La raccolta cerimoniale dei fazzoletti usati

L'Oratorio di Gilliarey, il belvedere che preferisco in tutta la Valtournenche - Foto di Gian Mario Navillod.
La cattedrale di Gilliarey nella valle del Cervino – Foto di Gian Mario Navillod.

Il Gran Ciambellano DSC e Gilliarey ringrazia la gentile guida che lo ha accompagnato nel sopralluogo all’interno del bosco di protezione di Liès e lo ha validamente aiutato ne

La guida Gian Mario Navillod all'ingresso della finestra di Liès - Foto di Claudia Corazza.
La guida Gian Mario Navillod all’ingresso della finestra di Liès – Foto di Claudia Corazza.

La raccolta cerimoniale dei fazzoletti usati

Usavasi un tempo per tergere la fronte o soffiare pudicamente il naso i fazzoletti di batista.

Il berretto di emergenza dei nostri nonni: quattro nodi agli angoli di un fazzoletto da naso - Foto di Gian Mario Navillod.
Il berretto di emergenza dei nostri nonni: quattro nodi agli angoli di un fazzoletto da naso – Foto di Gian Mario Navillod.

I turisti benestanti portavano seco fazzoletti di seta, quelli meno abbienti fazzoletti più ampi, di cotone, che alla bisogna facevano le veci dei leziosi cappellini parasole di signore e signorine.

Il berretto-fazzoletto dei nostri nonni - Foto di Gian Mario Navillod.
Il berretto-fazzoletto dei nostri nonni indossato – Foto di Gian Mario Navillod.

Le guide alpine legavano al collo fazzoletti di seta e, per non essere accusati di eccessiva vanità, sostenevano di indossarli per tener lontani i fulmini1.

La guida Michel Croz in un disegno di Edward Whymper.
La guida Michel Croz in un disegno di Edward Whymper.

L’avvento del fazzoletto di carta usa e getta ha portato sull’orlo dell’estinzione il ben più nobile antenato e punteggia di bianco squillante i sentieri più frequentati. Piccolo e leggero a volte lascia inavvertitamente le tasche dei camminatori cadendo a terra come d’autunno sugli alberi le foglie; si sospetta che di tanto in tanto prima di toccare terra si attardi a tergere le parti più concupite di giovani pulzelle, tracce scure dall’aroma inconfondibile rivelano il suo impiego come succedaneo dei tutoli di Fenis.

L’Homo sapiens, essendo animale sociale, ha un cervello orientato a cercare e trovare segni del passaggio di conspecifici ed è invariabilmente attratto da tutto quanto si distingue della natura circostante e che testimonia il passaggio di amici, nemici o esseri viventi con i quali condividere le attività meno ascetiche riportate nel penitenziale di Worms.

Per questa ragione le guide anziane hanno constatato da lungo tempo che un solo fazzoletto incontrato durante la passeggiata rimarrà nella memoria degli ospiti più di mille parole del loro accompagnatore. Come minimizzare il rischio?

La tecnica del feticista: si raccolgono uno ad uno i fazzoletti usati e, dopo averli portati a distanza utile dalle cavità nasali, utilizzando il senso dell’odorato affinato nel tempo, si suddividono per sesso e classe di età. Impubere: da scartare; in età fertile: conservare alla bisogna; over 80: il top della gamma.

La tecnica del ricercatore: si indossano i dispositivi di protezione, si raccolgono i fazzoletti usati e ponendo la massima attenzione a non contaminarli se ne estrae il DNA e si pubblica la ricerca dopo aver determinato luogo di provenienza, classe di età e tipo di alimentazione dei soggetti. Si è fatto e si continua a fare nello studio del lupo, sembra opportuno applicare le stesse tecniche all’uomo (homo homini lupus).

La tecnica della guida schifiltosa: con un paio di rametti raccogliere i fazzoletti usati e dar loro onorevole sepoltura preferibilmente sotto una pietra o in mancanza di sassi sotto uno strato di foglie parzialmente decomposte o tra gli aghi delle conifere. Occhio non vede, cuore non duole. Così è stato fatto.

  1. Mario Polia, Vòtornéntse profilo di una cultura alpina, Musumeci editore, Quart 2007, ISBN 978-88-7032-800-4, pag. 87[]