Monte Zerbion sulle orme di Luca Zavatta

La Madonna dello Zerbion - foto di Gian Mario Navillod.
La Madonna dello Zerbion – foto di Gian Mario Navillod.

Dopo tanti anni è stato bello riprendere in mano Le valli del Cervino di Luca Zavatta e provare il piccolo Tour dello Zerbion sulle orme del grande camminatore, uno dei pochi escursionisti ad aver percorso tutti i sentieri della Valle d’Aosta.

È preferibile non avvicinarsi all’Alpe Francou quando vi sono mucche in alpeggio, attraversare i fabbricati custoditi da tre cani da guardiania può essere un’esperienza indimenticabile ma non per questo particolarmente piacevole.

Salendo allo Zerbion da Promiod: la mulattiera - foto di Gian Mario Navillod.
Salendo allo Zerbion da Promiod: la mulattiera – foto di Gian Mario Navillod.

Dal parcheggio sud di Promiod si sale tra le case del villaggio seguendo le indicazioni dell’itinerario intervallivo 105. Dopo un breve tratto di pavé si ritrova il selciato della vecchia mulattiera stretto in alcuni punti dai rami spinosi della Rosa canina.

Si attraversa la strada sterrata di servizio agli alpeggi, si passa ai piedi di alcuni alveari e si prosegue lungo la sterrata che risale il vallone. Al bivio si prende a destra, si attraversa il torrente Promiod e si comincia a salire lungo la pista ripida che porta ai ruderi dell’Alpe Arsine. Subito dopo si rientra nel bosco, la pendenza si fa più dolce, si attraversano i pascoli dell’Alpe Francou e, in corrispondenza del tornante dell’ultimo tornate sotto l’alpeggio, appena sopra la sterrata che scende tra i pascoli, ci si avvia lungo il sentiero coperto d’erba che con leggera pendenza si dirige verso sud e l’inizio della cresta dello Zerbion. Dopo alcune centinaia di metri si incontra la palina con le indicazioni degli itinerari 12 e 7. Si procede seguendo il segnavia 7 lungo la  cresta dello Zerbion prima tra gli ultimi larici e poi in mezzo alla prateria alpina.

Salendo allo Zerbion da Promiod: la paleofrana del Mont Avi - foto di Gian Mario Navillod.
Salendo allo Zerbion da Promiod: la paleofrana del Mont Avi – foto di Gian Mario Navillod.

Sulla destra in fondo alla valle è ben visibile la paleofrana del Mont Avi che bloccando il corso della Dora Baltea formò il grande lago a 530  m di altezza s.l.m. che raggiungeva Pollein1.

Croce di Armesson sul sentiero per il Monte Zerbion - Foto di Gian Mario Navillod.
Croce di Armesson sul sentiero per il Monte Zerbion – Foto di Gian Mario Navillod.

Ci si immette nell’intervallivo 105, poco dopo si vede sulla destra la Croce di Armesson, un crocefisso in legno e ferro battuto a  quota 2370 m dove cresce l’ultima macchia di larici.

Panorama dalla cima del Monte Zerbion – Foto di Gian Mario Navillod.
Panorama dalla cima del Monte Zerbion – Foto di Gian Mario Navillod.

Dalla vetta dello Zerbion il panorama è straordinario, sul piedistallo che regge la gigantesca statua della madonna una targa ricorda i benefattori illustri e ad uno sguardo attento non sfugge che il primo della lista è stato cancellato e che la stessa sorte stava per subire anche il secondo.

La targa della Madonna dello Zerbion - foto di Gian Mario Navillod.
La targa della Madonna dello Zerbion – foto di Gian Mario Navillod.

Si scende verso il Col Portola su di un largo sentiero, a fianco si incontrano i grandi bassorilievi in pietra che rappresentano episodi della vita di Gesù e della Madonna e si vede da lontano una grande statua di Cristo. Giunti al colle occorre prestare un po’ di attenzione e non seguire il sentiero 6 che scende verso la sterrata ma il sentiero 12 che coperto d’erba si individua a fatica e porta ai pascoli sottostanti.

Scendendo dello Zerbion: il sentiero dietro l'Alpe Francou - foto di Gian Mario Navillod.
Scendendo dello Zerbion: il sentiero dietro l’Alpe Francou – foto di Gian Mario Navillod.

Pochi escursionisti percorrono questo sentiero che attraversa boschi e radure alle spalle dell’Alpe Francou. La camminata è piacevole e con un poco di attenzione seguendo i rari segnavia si raggiunge la sterrata di servizio all’alpeggio senza incontrare grossi problemi.

  1. Note illustrative alla Carta Geologica d’Italia, foglio 91 Chatillon, pag. 96 – versione digitale disponibili qui[]