Rosa canina

Fiore di Rosa canina - Foto di Gian Mario Navillod.
Fiore di Rosa canina – Foto di Gian Mario Navillod.

La Rosa canina un arbusto che può sfiorare i due metri di altezza. È comune dal fondovalle ai 1600 metri, fiorisce da maggio a luglio, in autunno si copre di frutti rossi vistosi che in inverno spiccano sui rami nudi.

I petali si raccolgono quando i fiori si stanno per aprire e si usano come lassativi e antisettici. I frutti al contrario sono astringenti e molto ricchi di vitamina C.

Falso frutto di Rosa canina (cinorrodo) - Foto di Gian Mario Navillod.
Falso frutto di Rosa canina (cinorrodo) – Foto di Gian Mario Navillod.

Curiosità:

In quasi tutta la Valle d’Aosta i frutti delle rosa canina sono chiamati grattacu, grattaculo, fa eccezione la Valgrisenche dove sono detti zoillèntse1 a causa del pelucchi irritanti contenuti del frutto che ricordano dei piccoli aghi. Alexis Bétemps ricorda che gli abitanti della Valgrisenche ritenevano un po’ grossolani i valdostani che accostavano questo frutto dal sapore aspro alla parte del corpo che vede raramente il sole ed aggiunge:

Mangiavamo anche i frutti della rosa canina che chiamavamo oillentse dalla parola ouille, ago, perché all’interno i frutti hanno dei semi ricoperti da una peluria che irrita il palato, che punge come fossero tanti aghi. Il frutto veniva svuotato con le dita e si mangiava solo la parte esterna. Per scherzo, ci si adoperava ad infilare i semi urticanti del frutto, nelle camicette delle bambine che si mettevano a strillare: lo trovavamo molto eccitante! Non conoscevamo ancora un granché del mondo…2

Bibliografia

Maria Teresa Della Beffa, Fiori di montagna, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1998

Aldo Poletti, Fiori ed Erbe salute e bellezza dell’uomo, ed. Musumeci, Aosta 1978

Pagina del 7.06.2007 ultimo aggiornamento 23.01.2023

  1. Alexis Bétemps, Maria Costa, Cristina De La Pierre, Saverio Favre, Lidia Philippot, Claudine Remacle, Conserver le souvenir… se souvenir pour conserver – Conservare il ricordo… ricordarsi per conservare, Bureau régional pour l’ethnologie et la linguistique, Duc, Aoste, 2005, pag. 76[]
  2. Alexis Betémps, Marilisa Letey, Alimentazione contadina in Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2022, ISBN 978 88 7637 253 7 pag. 40[]