Ru Bourgeois 4

Il Ru Bourgeois di Gignod in alveo naturale - foto di Gian Mario Navillod.
Il Ru Bourgeois di Gignod in alveo naturale – foto di Gian Mario Navillod.

In questa bella passeggiata lungo il Ru Bourgeois si scopre l’ultimo tratto del ru che scorre ancora in alveo naturale. Si cammina a fianco dell’acqua che scorre placida sotto il sole o nell’ombra tranquilla della foresta.

Fino al villaggio di Chez Percher la passeggiata è indicata per tutti, segue un tratto ripido dove occorrono gambe allenate. Nei pressi del villaggio La Cau il sentiero è abbandonato e per risalire il corso del ru è necessario farsi largo tra l’erba alta e i rovi.

Cappella di Les Maisonettes lungo il Ru Bourgeois di Gignod - foto di Gian Mario Navillod.
Cappella di Les Maisonettes lungo il Ru Bourgeois di Gignod – foto di Gian Mario Navillod.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Aosta Est seguire le indicazioni per il Tunnel del Gran San Bernardo. All’uscita del raccordo autostradale proseguire dritti. Dopo il secondo tornante, al capannone Scott, girare a destra per la frazione Cré e poi a sinistra per Plan Meylan. Lasciare l’auto a bordo strada a fianco della cappella di Les Maisonettes.
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Lunghezza itinerario: 2.8  km
Quota partenza:  978 m
Quota arrivo:  1043 m circa
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Dislivello: 65 m circa
In bici: meglio di no.
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Ru Bourgeois di Gignod - foto di Gian Mario Navillod.
Ru Bourgeois di Gignod – foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

Ci si avvia lungo il sentiero che inizia all’interno del tornante, in pochi minuti si raggiunge il punto dove l’acqua del ru scorre a cielo aperto prima di scomparire sotto terra inghiottita dalla conduttura sotterranea, in alto contro il cielo azzurro si vede la cima innevata del Grand Combin. Si attraversa la strada asfaltata che sale a Les Maisonettes e poi si entra nella prima macchia di latifoglie. Sono alberi amici degli escursionisti: in inverno perdendo le foglie permettono ai raggi di sole di mitigare il freddo invernale, in estate le loro foglie forniscono un’ombra confortevole che ripara dalla calura estiva. All’altezza del dissabbiatore un muro datato 1867 sostiene la mulattiera, una scala a sbalzo permetteva agli uomini di oltrepassare l’ostacolo ed impediva il transito agli animali.

Si incrocia la mulattiera per la Punta Chaligne, balza agli occhi la differente tessitura dei muri di sostegno: in alto quelli antichi fatti con le pietre irregolari del luogo e in basso quelli moderni costruiti con pietre lavorate che non sfigurerebbero sui muri delle moderne villette in stile alpino. Ricordano gli ultimi decenni del XX secolo, quando il bilancio regionale era così ricco da poter spendere sulle mulattiere quanto il cittadino medio faticava ad investire nella propria casa.

Il grande castagno del Ru Bourgeois di Gignod - foto di Gian Mario Navillod.
Il grande castagno del Ru Bourgeois di Gignod – foto di Gian Mario Navillod.

Sotto il sentiero cresce una grande quercia con il tronco così grosso che due uomini insieme non riescono ad abbracciarlo, più avanti sopra il ru si incontra un grande castagno malato il cui tronco supera il metro di diametro. Quasi miracolosamente un pezzetto del Ru Bourgeois scorre ancora in alveo naturale, l’argine a valle sale e scende in maniera inversamente proporzionale alla velocità della corrente: dove l’acqua rallenta si depositano i sedimenti che nei lavori di pulizia dell’alveo vengono ammucchiati sull’argine a valle facendolo crescere, dove l’acqua è più veloce questo non accade, il risultato è una serie di saliscendi ritmati che danno un po’ di brio alla passeggiata.

Nei pressi del villaggio si stacca sulla destra un ramo del ru che scende ripido, stretto tra due argini di pietra e cemento. Le spallette del Ru Bourgeois sono state coperte da spesse tavole in legno per consentire il passaggio dei mezzi agricoli. Con il passare del tempo gli organismi che si nutrono di legno morto hanno trasformato quella che era una solida superficie in una sorta di roulette russa: una tavola regge mentre quella vicina è marcia e cede al passaggio di un uomo, della terza tavola penzolano nel ru i due monconi superstiti. Poco più avanti l’acqua scompare sottoterra in un tubo di cemento solidissimo. Vale la pena proseguire fino all’impluvio per vedere una piccola costruzione rurale con al piano terreno delle belle volte a vela e al piano superiore un grande camino, poco più avanti una grande costruzione rurale abbandonata, in parte coperta d’edera, subisce indifesa le ingiurie del tempo.

Salto di quota del Ru Bourgeois di Gignod - foto di Gian Mario Navillod.
Salto di quota del Ru Bourgeois di Gignod – foto di Gian Mario Navillod.

Per le gambe allenate

Alle spalle del villaggio di Chez-Percher il ru fa un salto di quota di una trentina di metri. Per proseguire verso la presa si imbocca il viottolo dopo la prima casa abitata del villaggio, si gira a destra sopra il gruppo di case e poi a sinistra seguendo un breve tratto a cielo aperto del Ru Bourgeois. Il ru attraversa la strada regionale sottoterra e ricompare alle spalle del cartello Les Côtes. Per raggiungere il dissabbiatore si consiglia di attraversare la strada asfaltata e proseguire in salita per una cinquantina di metri sulla strada asfaltata che si stacca sulla destra verso il villaggio di Les Côtes. Proprio sul tornante inizia il sentiero che segue il ru fino a La Caou. Si passa a fianco del dissabbiatore circondato dai rovi poi il sentiero si allarga e fin sopra il villaggio Lexert si può passeggiare tranquillamente senza incontrare grandi difficoltà.

Sentiero invaso dalla vegetazione lungo il Ru Bourgeois di Gignod - foto di Gian Mario Navillod.
Sentiero invaso dalla vegetazione lungo il Ru Bourgeois di Gignod – foto di Gian Mario Navillod.

Purtroppo i duecento metri di sentiero che separano i due villaggi sono abbandonati: si cammina tra l’erba alta tra giovani alberi e rovi che stanno chiudendo il sentiero. Un vero peccato perché basterebbe tagliare l’erba una paio di volte l’anno per unire due belle passeggiate lungo il Ru Bourgeois.

Curiosità

La cappella di Maisonnettes/Les Maisonnettes dedicata a santa Teresa di Lisieux venne fatta costruire nel 1934 da Emile Grange.

Il villaggio di Lexert di Gignod sulla Carta Tecnica Regionale è ortografato L’Exert.

Ru Bourgeois 3Ru Bourgeois 5

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