Il Ru des Rey di Torgnon scorre completamente intubato dalla presa sotto l’Alpe Chavacour all’Alpe Comianaz. Nella parte centrale scorre a fianco di una strada sterrata di servizio agli alpeggi ed è possibile percorrerlo in bici. L’inizio e la fine del ru invece sono riservati agli escursionisti esperti: erba alta e tratti paludosi richiedono un ottimo senso dell’orientamento ed un buon senso dell’equilibrio.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Châtillon-Saint-Vincent seguire le indicazioni per Cervinia e risalire la valle lungo la strada regionale 46. Arrivati alla piana di Antey girare a sinistra sulla strada regionale di Torgnon, attraversare il capoluogo poi prendere a destra seguendo le indicazioni per il Petit-Monde. Parcheggiare al villaggio di Etirol dove finisce la strada asfaltata.
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Sola andata 2h20
Lunghezza itinerario: 6.6 km circa
Quota partenza: 1590 m circa
Quota presa 2130 m circa
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Dislivello: 540 m circa
In bici: consigliato a tratti
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Descrizione
Dal parcheggio a fine strada si imbocca il sentiero che attraversa il villaggio passando tra fabbricati cadenti e case restaurato con grande cura. Dopo le ultime case inizia la bella mulattiera lastricata che separava un tempo i campi coltivati a monte del sentiero dai pascoli a valle. Si passa a fianco di due rascard cadenti e dopo un tratto in piano si cammina accompagnati dallo scorere delle acque di un piccolo ruscello. Quando si gira a destra entrando nel vallone del torrente Petit-Monde, il selciato scompare e il sentiero si allarga.
Del tracciato storico non è rimasto nulla, qui sono passati gli scavatori che hanno interrato la condotta di alimentazione la centrale idroelettrica di Torgnon e dopo il ripristino ambientale hanno lasciato un sentiero più comodo e largo del precedente che era stretto e a tratti fangoso.
Alla fine della ripida salita si attraversano i pascoli sotto l’Alpe Chancevella, in fondo alla valle si vede la cima rocciosa della Punta Cian/Tzan/Tsan chiamata un tempo la Puenta di Ouilles, la punta degli aghi in italiano. Si prosegue risalendo il corso del Torrente Petit-Monde fino all’opera di presa della centralina idroelettrica poi si gira a destra e si imbocca il sentiero che sale ripido all’ombra dei larici. I bassi muri in pietra servivano un tempo ad impedire al bestiame l’ingresso nei pascoli e il danneggiamento della cotica erbosa, ora che vi sono più prati incolti che mucche al pascolo le mandrie si spostano tranquillamente vicino agli alpeggi tracciando nuovi sentieri dove un tempo cresceva il foraggio.
Dopo i ruderi di una stalla l’itinerario 107 gira a sinistra mentre per raggiungere il Ru des Rey si prosegue diritti. Si lascia sulla sinistra una zona umida e poi si sale tra il larici ed i dossi dei pascoli sotto l’alpe Comiana fino a raggiungere la vasca di accumulo alimentata dal ru.
Il Ru des Rey scorre in un tubo in plastica posato nel vecchio alveo, a tratti è nascosto dalla vegetazione, nei rari punti dove esce allo scoperto i raggi del sole hanno schiarito il colore arancione della plastica fino alla tonalità chiara delle rocce calcaree. Si attraversa una macchia di larici che cresce nella parte più ripida del versante poi si entra nei pascoli sotto l’Alpe Tellinod dove rivoli d’acqua rendono il terreno acquitrinoso e solo i pozzetti di ispezione del ru permettono di seguirne tracciato. Si attraversa la strada che sale verso la diga di Cignana e si prosegue in piano lungo la sterrata che porta all’Alpe Chateau, prima tra i pascoli poi in un bosco di larici. Il ru scorre sottoterra, a monte della pista, a valle si incontrano vecchi alpeggi abbandonati che si stanno rapidamente degradando a ruderi.
Non appena il lato del vallone si fa più ripido la strada scende verso il basso mentre il ru prosegue sulla destra, in leggera pendenza, aggrappato alla base di una fascia rocciosa. Piccoli smottamenti hanno danneggiato la tubatura, i rappezzi in plastica nera sono meno visibili a debita distanza di quelli originali in plastica arancione.
Un tratto di tubo bucherellato drena un rivolo d’acqua all’interno del ru. Si passa alle spalle dell’Alpe Chavacour e si percorre un breve tratto in equilibrio sui tubi di cemento-amianto che sembrano galleggiare su di un mare di epilobi. In autunno i fiori dell’Epilobium angustifolium formano estese macchie rosa, dopo i primi geli i fusti e le foglie di colorano di un intenso rosso fuoco.
Si incontra l’unico tratto ancora a cielo aperto del ru, un metro o poco più di alveo in cemento coperto da erbe e muschio poi il ru scompare nuovamente sotterra.
Si attraversa l’ultima macchia di larici e in pochi minuti si raggiunge la presa ausiliaria del ru.
Proseguendo tra i pascoli tra pozzetti in cattive condizioni e tratti di tubo danneggiato si raggiunge la presa principale, una cinquantina di metri a valle di quella del Ru de Verrayes.
Curiosità
Il canonico Sylvain Vesan 1 cita un atto di reconnaissance del 1380 con il quale i Rey dichiaravano di tenere in feudo dal Signore di Cly il ru pagando una redevance di 12 deniers di servis e due soldi di plait.
- Sylvain Vesan, Alma Perrin, Walter Garin Torgnon recherches historiques, Imprimerie Valdotaine, Aoste 1993, pag. 117[↩]