Questo tratto del Ru del Pan Perdu di Châtillon va dall’orrido del Torrente Promiod alle pietraie di una vecchia cava di marmo.
Il Ru del Pan Perdu era un piccolo canale irriguo medievale che portava le acque di fusione dei ghiacciai del Cervino alle terre coltivabili di Saint-Vincent.
Vi si accede dall’ampia mulattiera che porta da Châtillon a Promiod, una delle più belle dell’intera Valtournenche. All’interno del bosco si vedono ancora le tracce di quest’opera idraulica abbandonata da scoprire quando la vegetazione è a riposo.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Châtillon-Saint-Vincent seguire le indicazioni per Cervinia. Dopo il villaggio di Champlong girare a destra seguendo le indicazioni per Isseuries e lasciare l’auto nella piazzola dopo l’incrocio con la mulattiera per Promiod.
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Lunghezza itinerario: 2 km
Quota partenza: 800 m
Quota arrivo: 980 m
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Dislivello: 180 m
In bici: sconsigliato
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Descrizione
Dal piccolo parcheggio sulla strada di Isseuries si sale lungo la mulattiera per Promiod fino a raggiungere la quota di circa 980 m dove si trova un doppio tornante.
Attenzione perché quello che si nota tra le due curve, tracciato con la vernice bianca e rossa, non è un segnavia CAI ma la delimitazione di una particella forestale.
Se si esce dalla mulattiera alla curva superiore e ci si dirige verso sud si può seguire il tracciato del ru per pochi minuti poi il vecchio alveo si perde sotto la pietraia formata dagli scarti della cava di marmo.
Se si prosegue verso nord dalla curva inferiore inizia un’escursione emozionante che porta fino al torrente Promiod.
Passeggiando pressoché in piano si possono osservare i lunghi muri di sostegno del vecchio ru che in alcuni casi raggiungono un’altezza di tutto rispetto.
Vicino alla cava sono ancora in piedi i pali di ferro con alcune pulegge che venivano utilizzate per tagliare il marmo con il filo elicoidale.
È interessante osservare come il vecchio alveo del ru sia cambiato dopo secoli di abbandono: i tratti soggetti a frane o quelli che attraversano valloni dove passano piccoli corsi d’acqua che in occasione di piogge eccezionali si gonfiano a dismisura sono completamente cancellati e non ne rimane alcuna traccia.
La stessa sorte è toccata ai tratti che attraversavano le zone coltivabili dove non appena è cessato il suo uso irriguo il ru è stato colmato, arato e seminato.
All’interno dei boschi l’alveo scavato semplicemente nella terra si è lentamente colmato con il passare degli anni trasformandosi in un comodo sentiero semipianeggiante.
Dove il ru era sostenuto da muri in pietra questi sono ancora ben visibili, alcuni crolli localizzati permettono di osservare una sezione interna di queste opere così imponenti che sono ora in buona parte nascoste dai boschi.
Dell’argine a valle non rimane in genere che qualche pietra infilata di taglio che permetteva di ridurre le perdite d’acqua: il muro sottile che le sosteneva si è sbriciolato con il passare del tempo ed è estremamente raro vederne uno ancora intatto.
Dove il ru passava sotto una roccia sporgente si nota una struttura insolita: è una scala di tre gradini realizzata facendo sporgere dalla muratura tre pietre un poco più lunghe delle altre.
Dopo aver attraversato un piccolo bosco di pino silvestre si arriva nell’orrido del torrente Promiod, una profonda forra dove il torrente scende a balzi tra pareti strapiombanti che sembra debbano cadere da un momento all’altro.
Tutta la parte a nord della stretta valle, dall’altra parte del torrente, è franata e non porta più alcuna traccia dell’alveo del ru; meglio tornare sui propri passi per visitare un altro tratto di questa opera monumentale.
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Pagina del 7.05.2014 ultimo aggiornamento 8.10.2024