Toponomastica valdostana: nomi diversi per indicare gli stessi luoghi
Un egregio signore o una gentile signora usando lo pseudonimo di ComitéNosAccents che in italiano suonerebbe come ComitatoNostriAccenti mi ha segnalato che: “Hérin si scrive con l’accento, per legge. Potresti cortesemente correggere tutti gli Hérin sbagliati che hai aggiunto?[in OpenStreetMap NdR]”
Grazie ad un’intuizione di Claudine Remacle, la studiosa che ha dedicato la vita allo studio dell’architettura rurale valdostana, dal 1990(1)Claudine Remacle in Revue Valdotaine d’Histoire Naturelle n. 45, 1991, pag. 143 – versione digitale disponibile qui: https://www.sfv.it/public/uploads/Revue/1991%2045_web.pdf la Regione Autonoma della Valle d’Aosta ha finanziato degli studi per datare le vecchie costruzioni in legno della Valle d’Aosta e con grande sorpresa si è scoperto che almeno una ventina grenier valdostani sono stati costruiti prima della scoperta dell’America.
Il villaggio di Cleyva-Bella/Clevabella di Chamois era un villaggio salasso?
Per ora non è possibile affermarlo con certezza, in loco si vedono alcuni rozzi allineamenti di pietre che solo l’occhio e la penna di Francesco Corni riescono far rivivere magicamente. Continua la lettura di Il villaggio di Cleyva-Bella→
Nelle valli alpine gli effetti del riscaldamento globale sono tangibili: nella Valle del Cervino la pista di fondo della mia giovinezza non esiste più perché a 1000 metri di quota la neve è un’apparizione sempre più rara.
Su Wikipedia si legge che il Bleu d’Aoste è un “formaggio erborinato a pasta cruda di latte vaccino intero pastorizzato, ideato dal Dottor Battista Locatelli e prodotto per la prima volta l’8 marzo 2005 alla Centrale laitière de la Vallée d’Aoste“. Continua la lettura di Il Bleu d’Aoste ante litteram→
Tra il 23 e il 24 dicembre 2023 il föhn, il vento secco e caldo delle Alpi che si mangia la neve è stato particolarmente intenso nella Valle del Cervino.
In una bella giornata di sole dello scorso millennio due coppie di turisti stavano facendo picnic sopra la diga di By. Dopo aver steso la tovaglia e versato il vino si saziarono piacevolmente con pane e companatico. Al momento del caffè, fatto con la caffettiera Moka di Alfonso Bialetti, si avvicinò il cane Beethoven che aveva un po’ di sangue sulle labbra.
“Questa o quella per me pari sono” canta il Duca di Mantova nel Rigoletto e aggiunge “a quant’altre d’intorno mi vedo; del mio core l’impero non cedo meglio ad una che ad altra beltà.”