Lungo la strada che porta al Rifugio Prarayer tanta gente si ferma ad osservare una bella casa in legno che domina il lago formato dalla diga di Place-Moulin. Si tratta del rascard di Lo Noaillo, della famiglia Cheillon.
Per costruire questo rascard sono stati utilizzati tronchi di larice molto grossi il che fa pensare ad una costruzione antica, di quando i primi coloni impegnati nel disboscamento per ottenere nuove terre coltivabili potevano ancora imbattersi in grandi alberi da utilizzare come legname da opera.
Anche il solaio che fuoriesce da sotto la parta di ingresso è un segnale di arcaicità ma solo grazie alle ricerche di Claudine Romacle è possibile affermare con sicurezza che si tratta di una costruzione bassomedievale edificata nella prima metà del XV secolo con alberi abbattuti tra il 1431/32 e il 1437/381.
Il muro di sostegno che sostiene un po’ a fatica il peso di tanta storia è molto più recente, è stato costruito nel 1966 quando il rascard dopo essere stato smontato è stato riposizionato sopra il livello di massimo invaso per salvarlo dalle acque.
Nel libro che Daria Pulz e Marie-Rose Colliard hanno dedicato alla diga di Bionaz vi sono due foto di Armando Forno (Archivio Isituto Storico della Resistenza di Aosta, Fondo Enel) nel quale si vede il rascard nella posizione originale2.
Quanto può salire l’acqua nella diga di Bionaz?
Come il lavandino di casa anche la diga di Bionaz ha uno scarico di troppo pieno. Lo sfioratore ha una quota di 1968 e più in alto di così l’acqua non poteva salire.
Da anni le paratie a ventola che hanno una soglia a 1964.5 m (3 metri e mezzo sotto la quota di massimo invaso) sono state abbassate perciò più in alto di 1964.5 l’acqua ora non può salire.
Da qualche giorno la diga scarica a valle una quantità insolita di acqua.
Vi è una ragione tecnica: durante il nubifragio del 29 giugno 2024 la diga ha fermato l’ondata di piena carica di sedimenti che non può essere utilizzata nelle centrali perché a causa dell’altra pressione e della velocità agirebbe come un abrasivo sui macchinari accorciandone la vita utile.
Vi sono anche delle ragioni di sicurezza pubblica: è più prudente mantenere l’acqua qualche metro sotto la quota massima per consentire alla diga di fermare un’altra onda di piena nel caso si ripetessero fenomeni meteorologici eccezionali. In attesa che le impurità decantino e ripartano le turbine delle centrali è possibile osservare la forza delle acque che scendono vorticose nel Buthier e il colore anomalo della diga di Place Moulin.
Post del 20.07.2023 ultimo aggiornamento 24.07.2024
- Claudine Remacle, Danilo Marco, Architettura in legno in Valle d’Aosta, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali, Tipografia Duc, Saint-Christophe (AO), 2014, ISBN 978-88-87677-68-3, pag. 385[↩]
- Daria Pulz, Marie-Rose Colliard, La Valpelline e la diga di Place-Moulin, Le Château Edizioni, Aosta, 2011 ISBN 978-88-7637-139-4, pagg. 79 e 83[↩]