
Questo tratto del Ru del Pan Perdu di Châtillon va dall’orrido del Torrente Promiod alle pietraie di una vecchia cava di marmo.
Continua la lettura di Ru Pan Perdu di Châtillon da Isseuries – tratto A
Questo tratto del Ru del Pan Perdu di Châtillon va dall’orrido del Torrente Promiod alle pietraie di una vecchia cava di marmo.
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La prima parte di questa breve passeggiata porta in meno di 10 minuti al base del sifone, l’enorme tubo in acciaio di 2.80 metri di diametro che collega i due tratti del canale in galleria che da Maen porta alle condotte forzate della Centrale di Covalou. Chi lo desidera, senza farsi spaventare dal primo tratto, breve ma decisamente ripido, può salire lungo il sentiero che porta alla terrazza sud del sifone.
Ampio spazio è stato dato dalla televisione pubblica valdostana alla visita di Emanuele Filiberto Umberto Reza Ciro René Maria di Savoia all’ospedale di Aosta (nipote dell’ultimo Re d’Italia).
“C’è solo da augurarsi che il grande Santuario possa un giorno ripopolarsi di visitatori, seguendo i tracciati da realizzare e percorsi organizzati per turisti, al fine di permettere visite di comitive … nella nuova luce di un passato che non poteva più continuare a rimanere nascosto sotto la vegetazione in un silenzio … di tomba“1
Le macine della Valmeriana sono ricavate dalla pietra ollare, una pietra che prende il nome dal latino “olla“, pentola, perché è stata utilizzata sin dalla preistoria per realizzare oggetti che resistessero al calore come pentole, stufe2 e stampi per le fusioni. Grazie alla sua bassa durezza e alla facile lavorabilità in antichità sono stati costruiti persino dei bracciali in pietra ollare3. Continua la lettura di Le macine della Valmeriana
Lungo la strada che porta al Rifugio Prarayer tanta gente si ferma ad osservare una bella casa in legno che domina il lago formato dalla diga di Place-Moulin. Si tratta del rascard di Lo Noaillo, della famiglia Cheillon.
Continua la lettura di Il rascard quattrocentesco della diga di Bionaz
Il progetto della Società l’Idraulica di Milano prevedeva la costruzione di una grande diga da 180 milioni di metri cubi nel pianoro del Nivolet1 (quasi il doppio della capacità della diga di Bionaz, la più grande della Valle d’Aosta). Continua la lettura di La diga del Gran Paradiso
A gentile richiesta di Teresa Kaufmann, la celebre fotografa di Chamonix che di tanto in tanto scavalca le Alpi per immortalare le cose belle della Valle d’Aosta, sono salito sopra Perloz per la fioritura della Paeonia officinalis, la peonia officinale.
Il 23 gennaio 1523 il vescovo di Aosta vietò ai fedeli della sua diocesi di ascoltare i predicatori protestanti1.ma ottenni scarsi risultati, soprattutto nella Valtournenche. Continua la lettura di L’interdetto ad Antey e Torgnon
La prima coppia di lupi si è riprodotta nel Parco Nazionale del Gran Paradiso nel 2007. I lupi provenivano da due branchi differenti delle Alpi cuneesi, erano probabilmente risaliti lungo il versante francese delle Alpi ed il Vallese svizzero per poi entrare nella Valle d’Aosta dal Gran San Bernardo. La specie tornava in Valle d’Aosta dopo circa un secolo e mezzo d’assenza: uno degli ultimi lupi valdostani venne abbattuto nel 1862 in Valsavarenche.