L’opera di presa sul torrente Chalamy da sola vale il viaggio: ci si trova avvolti da schizzi d’acqua limpidissima e circondati da una foresta balsamica, nel cuore del Parco Regionale del Mont Avic. Continua la lettura di Ru de Chevrère et Montjovet
Archivi categoria: Ru e opere idrauliche
Ru d’Arc
Il Ru d’Arc derivava le acque del Torrente Farcoz a circa 1900 metri di quota e terminava la sua corsa sotto l’Arp-du-Jeu a 1825 metri di quota, all’incrocio con la vecchia strada militare di Bosses Crevacol. Negli ultimi due chilometri l’acqua scorre a cielo aperto affiancata da una strada sterrata dove le auto passando di rado e le buche si fanno via via più profonde. Continua la lettura di Ru d’Arc
Ru Châtaigne
Il Ru Châtaigne, chiamato anche Ru Trambeyere o Ru Trambésère-Champorcher, derivava le acque del torrente Ayasse nei pressi del villaggio di Châtaigne ed irrigava i terreni nei Comuni di Pontboset, Hône e Bard. Ora scorre in una conduttura a pressione. È rilassante camminare lungo il vecchio alveo abbandonato nel bosco sopra il borgo di Pont-Boset per scoprire le tante varietà di castagne che si coltivavano un tempo.
Il Ru de Joux di Nus
Nel primo dopoguerra il Ru de Joux, che in alcuni testi1 è indicato come uno dei ru più antichi della Valle d’Aosta, venne intubato e la parte più pericolosa ed esposta venne bypassata con un tunnel lungo quasi due chilometri che attraversa la montagna tra la Becca di Avert e la Cima Longhede. La galleria non è percorribile ma la pista forestale costruita a fianco della condotta consente di pedalare senza fatica in un bosco ricco di essenze balsamiche.
Continua la lettura di Il Ru de Joux di Nus
- Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990, pag. 69; Giovanni Vauterin ne Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 71, invita a riflettere su di una possibile esistenza del ru a metà del 1200, un successivo abbandono ed una nuova infeudazione del 12 giugno 1432 citata da Ezio Emerico Gerbore.[↩]
Ru de Joux abbandonato
Nel primo dopoguerra il Ru de Joux, che in alcuni testi1 è indicato come uno dei ru più antichi della Valle d’Aosta, venne intubato e la parte più pericolosa ed esposta venne bypassata con un tunnel lungo quasi due chilometri che attraversa la montagna tra la Becca di Avert e la Cima Longhede. Quanto rimane del vecchio tracciato è nascosto nei boschi di Nus: sono circa tre chilometri di piacevole sentiero che solo in alcuni tratti è esposto e soggetto a caduta massi. Continua la lettura di Ru de Joux abbandonato
- Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990, pag. 69[↩]
Ru Blanc di Nus
Il Ru Blanc deriva le acque del torrente Saint-Barthélemy nei pressi del rifugio Magià e le porta in piano fin nei pressi dell’Alpe Nouva. Continua la lettura di Ru Blanc di Nus
Ru du Bourg di Châtillon
Il Ru du Bourg (o della Bourgeoisie) è stato un motore importante per lo sviluppo industriale di Châtillon, le sue acque hanno fornito energia per mulini, fucine e filature fino a tempi relativamente recenti. Continua la lettura di Ru du Bourg di Châtillon
Ciclabile Perrères Promoron
La pista ciclabile Perrères-Promoron ripercorre l’antico tracciato della ferrovia a scartamento ridotto che collegava la diga di Perrères alla Centrale di pompaggio di Promoron. Delle vecchie rotaie non è rimasto nulla, sono ancora ben visibili le gallerie scavate nella roccia compatta e alcuni ponti in legno, l’ultimo dei quali, ristrutturato dalla Comunità Montana Monte Cervino, offre una vista vertiginosa sulla vallata sottostante. Continua la lettura di Ciclabile Perrères Promoron
Ru de Verrayes
Il ru di Verrayes o di Chavacourt/Chavacour scorre intubato dall’opera di presa sotto la punta Cian/Tsan al Col des Bornes, la sterrata che ne segue il corso si percorre senza fatica e solo in tre punti si incontrano delle salite un poco più ripide. È un itinerario consigliato ai cicloturisti, chi fosse sprovvisto di bici può affittare quelle elettriche del comune di Torgnon. Continua la lettura di Ru de Verrayes
Ru Gattinery
Nel ru Gattinery l’acqua purtroppo non scorre più, rimane l’ampio alveo rivestito di grandi lastre di pietra e il suggestivo ponte acquedotto sul Torrente Niel a testimoniare dell’importanza di questo canale. I pannelli informativi curati dall’Università di Torino permettono di arricchire una piacevole passeggiata con interessanti informazioni. Continua la lettura di Ru Gattinery