Nei ru abbandonati della Valle d’Aosta l’acqua non scorre più. Quelli più antichi prendono generalmente il nome di ru dou pan perdu, ru del pane perso. Una ricerca archeologica potrebbe dare indicazioni sugli anni in cui sono stati costruiti e poi abbandonati questi piccoli canali irrigui.
Sulle ragioni che hanno portato i proprietari dei ru a non manutenere più queste opere che in alcuni casi sono veramente imponenti i racconti valdostani offrono tre spiegazioni differenti.
Il revan e il serpente.
Si racconta che il vecchio custode delle acque passeggiava lungo il ru accompagnato da un serpente.
Il nuovo revan infastidito dalla presenza di quel curioso compagno di viaggio lo uccise a bastonate e dal quel momento l’acqua cessò di scorrere. Il giovane aveva ucciso lo spirito delle acque.
L’errore di calcolo.
Si racconta che le acque del Ru del Pan Perdu di Antey non abbiano mai raggiunto i campi da irrigare a causa di un errore nel calcolo della pendenza. Chi si occupa di idraulica non pensa ad errore grossolano e ad un ru che andava in salita. Piuttosto ad una pendenza troppo bassa in rapporto alla permeabilità del terreno: più la pendenza è alta più l’acqua scorre veloce e di conseguenza minori sono le perdite per infiltrazione del terreno. Un ru troppo lento che attraversa dei tratti molto permeabili può perdere quasi tutta la sua portata.
Il voto tradito.
Trascrivo il bel racconto di Giuseppe Giacosa 1:
“… Una volta quelli di Saint Vincent scarsi d’acqua deliberarono di derivarne un ruscello dalla Val Tournanche e gli uomini del paese
si posero all’opera volonterosi. Ma viste le gravi fatiche già stavano per desistere, quando le donne proposero di volgere in tante messe
in prò dell’anima loro, tutto il filato dell’inverno. E fila e fila e fila, gli uomini tutto il giorno alla muratura e le donne quasi tutta la notte alla rocca ed al fuso, l’acquedotto fu compito ed il filo venduto fruttò un bel gruzzolo, il quale fu dato a costudire ad un savio e pio uomo fra i maggiori del paese. Ma costui era un birbo camuffato da santo. Serbò intatto il sacro deposito finchè l’acqua non fu data al ruscello e non giunse al paese, ma come la vide sboccare dal cavo abete nella vasca, prese i quattrini e con un grosso seguito di briaconi e di sgualdrine, se ne andò all’osteria dove la matassa delle messe fu dipanata dal demonio. Trincando, lo sciagurato cantava: « L’eau s’en va et moi je bois. L’eau s’en va et moi je bois.2 » Tanto che l’acqua tornò indietro ed il ruscello rimase asciutto per sempre …“
Nome e comune di partenza | Tempo di sola andata a piedi | In bici |
Pont d’Aël/Pondel di Aymavilles | 0h05′ | In bici sconsigliato |
Ru de Charnicloz da Fénis | 0h10′ | In bici sconsigliato |
Ru Châtaigne da Pontbozet | 0h20′ | In bici sconsigliato |
Ru d’Arbérioz 3 da Chabloz di Aymavilles | 0h25′ | In bici consigliato a tratti |
Ru du Pan Perdu di Châtillon C da Isseuries di Châtillon | 0h30′ | In bici sconsigliato |
Ru du Pan Perdu di Antey da Grand-Moulin | 0h30′ | In bici sconsigliato |
Ru Pompillard 1 da Valpelline | 0h30′ | In bici sconsigliato |
Il canale scavato nella roccia di Pont d’Aël/Pondel | 0h35′ | In bici sconsigliato |
Ru Gattinery da Gaby | 0h40′ | In bici consigliato a tratti |
Il Ru Crépellaz abbandonato da Nus | 0h50′ | In bici sconsigliato |
Il Ru d’Alp Vuillen abbandonato da Saint-Rhémy-en-Bosses | 1h00′ | In bici sconsigliato |
Ru de Serve da Gimillan di Cogne | 1h00′ | In bici sconsigliato |
Ru du Pan Perdu da Liex/Lies di Antey | 1h15′ | In bici sconsigliato |
Il Ru di Joux abbandonato da Nus | 1h15′ | In bici sconsigliato |
Ru Boverod il ru scomparso da Torgnon | 1h25′ | In bici consigliato a tratti |
Il Ru de Djouan da Valsavarenche | 2h20′ | In bici sconsigliato |
Ru de Vuillen/Vullien abbandonato, (Ru Chaffières) da Saint-Rhémy-en-Bosses | 2h30′ | In bici sconsigliato |
- Giuseppe Giacosa, I Castelli valdostani, Tip. editrice L.F. Cogliati, Milano 1903, pag. 187, Versione digitale disponibile qui: https://archive.org/details/icastellivaldost00giac/page/186[↩]
- L’eau s’en va et moi je bois: L’acqua se ne va ed io bevo [NdR][↩]