Nell’anno dei “tre otto”, il 1888, la nevicata di fine febbraio fu eccezionale. A differenza di quella del 15-18 gennaio del 1885 che provocò 14 vittime in Valle d’Aosta (caddero in quattro giorni quasi 2 metri di neve ad Aosta e 2 metri e 22 centimetri a Cogne) tre anni dopo il bilancio fu di 33 morti, più del doppio.
Padre Denza scrisse in un articolo sul Bollettino del CAI1 che nella forte nevicata del 1888 cadde neve polverosa creata dall’incontro tra un forte abbassamento della temperatura e ad una bassa pressione centrata sul golfo di Genova. Il comune di Arnad fu il comune valdostano che pianse il maggior numero di vittime.
Il 27 febbraio 1888 verso le nove del mattino il villaggio di Aviel/Avieil/Aviey di Arnad fu spazzato da una valanga. Fortunatamente un uomo che stava scendendo verso il capoluogo diede l’allarme arrivando ad Arnad verso mezzogiorno. La colonna di soccorso con ufficiali, sottufficiali e 50 soldati partì dal forte di Bard comandata dal maggiore Montagna poco dopo mezzanotte. Arrivarono sul posto verso le cinque del mattino, delle diciotto case solo due erano ancora in piedi, la cappella era interamente sepolta dalla neve. Dei 15 abitanti del villaggio solo due furono estratti vivi il 27 febbraio, nei giorni successivi si riuscì recuperare alcune salme e le carcasse delle numerose capre morte nelle stalle.
Il maggiore Montagna scrisse: “Le sera del 29 … una guardia, mentre passeggiava a guisa di sentinella fra le macerie, gli sembrò di sentire dei piccoli rumori sotto la neve, e chiamati i compagni scavarono un pozzo ed estrassero vivo Laurent Ambrogio [che perse sotto la valanga moglie e due figli NdR] … si salvò nel piccolo spazio rimasto sotto una pianta che appoggiò i rami contro la casa diroccata … per mezzo di un coltello tagliò alcuni rami della pianta e si formò una piccola grotta nella neve ove rimase circa 60 ore … L’impeto di questa valanga fu così violento che ruppe i vetri della casa del Santuario di Machaby posta dall’altra parte della valle“.
Ad Aosta caddero a malapena due spanne di neve, sulla collina di Saint-Vincent e a Bard si sfiorarono i due metri, sulle montagne di Saint-Vincent e a Champorcher si arrivò a quattro metri, a Cogne e Brusson caddero circa tre metri di neve fresca.
- Francesco Denza, Valanghe degli inverni 1885 e 1888, in Bollettino del CAI n. 55, Torino, 1889, pag. 220 – versione digitale disponibile qui[↩]