L’assedio al forte di Bard del 1800 da parte delle truppe di Napoleone ha lasciato un segno profondo nella memoria collettiva e a volte il racconto di quei giorni epici passando di bocca in bocca viene ingigantito e travisato.
Grazie all’accurato lavoro di Alfonso Bernardi e alla sua raccolta di documenti d’epoca, depositati in copia presso l’archivio storico regionale di Aosta, è possibile ricostruire con fedeltà quegli avvenimenti. Ho utilizzato parte della sua documentazione per redigere una piccola cronistoria del famoso passaggio di Napoleone.
Parte della corrispondenza dell’Imperatore è stata pubblicata nel 1861 per ordine di Napoleone III ed è possibile consultarla in internet 1 dove i lettori francofoni potranno consultare gli scritti di Napoleone Bonaparte riguardanti il forte di Bard e l’attraversamento della Valle d’Aosta.
Napoleone e il forte di Bard
15 maggio 1800 l’avanguardia dell’armata di riserva entra in Valle d’Aosta e fa tappa ad Etroubles dopo aver superato il Gran San Bernardo.
16 maggio Aosta è conquistata.
18 maggio cade Châtillon.
19 maggio in mattinata l’avanguardia arriva in vista del forte di Bard.
20 maggio il comandante dell’armata scrive a Napoleone: “è impossibile fare passare l’artiglieria fino a che non avremo conquistato il castello di Bard … la fanteria e la cavalleria posso aggirare il castello prendendo una mulattiera che va da Arnaz a Perlo … il percorso che aggira il castello è assai difficile, anche che la fanteria. Tuttavia mi arrischio a farvi passare due reggimenti delle truppe a cavallo dell’avanguardia”.
21 maggio “l‘avanguardia è a Pont Saint Martin e a Carema … Domani prima del giorno tenterò un attacco di viva forza; ho fatto preparare delle scale… se non riusciremo ad aprire il passaggio dovremo porre un assedio in piena regola”.
22 maggio il borgo di Bard cade e la guarnigione si ritira nel forte. Gli abitanti erano da tempo fuggiti sulle montagne. Alla porta verso Donnas due ufficiali francesi vengono feriti dal fuoco amico mentre raggiungono i commilitoni. Nella confusione della battaglia erano stati scambiati per i difensori del forte che tentavano una sortita.
22 maggio “il pezzo da 4 e l’obice non sono riusciti a passare, il nemico non ha cessato un attimo il vivo fuoco d’artiglieria sulla strada (che attraversa il borgo) su tredici uomini che hanno cercato di passare uno è stato ucciso e sette feriti”.
22 maggio Ivrea è conquistata.
24 maggio durante la notte due cannoni da 4 riescono a passare ma i due pezzi da 8 che li seguono vengono distrutti dall’artiglieria del forte.
25 maggio Napoleone ispeziona il nuovo sentiero che permette di aggirare il forte e raggiungere Donnas in due ore e mezza di marcia constatando che è impossibile farvi passare l’artiglieria. Nella notte il comandante l’artiglieria d’armata generale Marmont ordina di avvolgere le ruote dei carri, le catene e tutto ciò che possa fare del rumore con del fieno ritorto, fa spargere sul selciato dello strame e i materassi che ancora si trovavano nelle case, poi staccati i cavalli fa tirare l’artiglieria dai suoi uomini, in perfetto silenzio. Coperti dal rumore delle acque turbinose della Dora e da un temporale che scoppia verso mezzanotte riescono a far passare quattro pezzi da 8 poi viene dato l’allarme e sotto una pioggia di fuoco riescono ancora a passare due cannoni poi la colonna si ferma. Grazie allo stratagemma sono passati solo 6 dei 40 cannoni dell’armata.
26 maggio si tenta un attacco al forte da tre direzioni che viene respinto. La zattera utilizzata per attraversare la Dora viene affondata.
1° giugno assalto finale al forte guidato dal generale Chabran comandante della retroguardia. Il generale Andreossi, comandante l’artiglieria, fa piazzare un pezzo da 12 nel presbiterio della chiesa parrocchiale, a fianco del campanile, e da lì, protetto dalla parete rocciosa strapiombante, comincia a cannoneggiare la porta d’ingresso al forte che è a circa 150 m di distanza. I difensori nulla possono contro quel cannone che dalle 9 del mattino comincia la sistematica demolizione delle difese. Al tramonto viene intimata per la quinta volta la resa, e il comandante del forte, l’allora capitano Joseph Otto Stockard von Bernkopf, la sottoscrive, con l’onore delle armi, alle nove di sera.
Il forte che fermò per 14 giorni le artiglierie di Napoleone venne completamente raso al suolo al termine delle ostilità e nulla ne resta. La formidabile architettura odierna è stata costruita dal 1830 al 1838 e non ha mai preso parte ad eventi bellici.
Curiosità
Nelle memorie del Maresciallo Marmont, scritte ad una decina di anni dalla morte dell’Imperatore, si trova una diversa ricostruzione del passaggio dei cannoni nel borgo di Bard ed una critica neppure troppo velata delle scelte strategiche di Napoleone.
Il tempo può avere deformato i ricordi e la scelta di passare alla restaurazione dopo caduta di Bonaparte può avere influenzato il giudizio sulla condotta della campagna.
“… tutto quell’immenso lavoro di materiale smontato al gran San Barnardo avrebbe potuto evitarsi: la gola del piccolo San Barnardo era allora praticabile ai carri, e sei pezzi da dodici, mandati poi da Ciamberi, la traversarono sopra i loro affusti. Ignoravasi lo stato di quel passaggio, e, in una circostanza tanto importante, la era una cosa imperdonabile.”
La damigella di Bard
Il film del 1936 interpretato da Emma Gramatica, tratto dalla commedia omonima di Salvator Gotta, frequentatore estivo della Valle di Ayas, è disponibile su Youtube a questo indirizzo: https://youtu.be/fpf2bfzvtOs. Di Bard ha solo il nome.
Bibliografia:
Luca Zavatta, Le Valli del Monte Rosa, ed. L’Escursionista, 2002
Alfonso Bernardi, Le Siège de Bard en 1800, edito dall’autore, Aosta 1989
Clericetti, L’assedio del forte di Bard nel 1800, in Rivista di artiglieria e genio, XXI annata vol. IV, ed. Enrico Voghera, Roma, 1904 pag. 371 versione digitale disponibile qui
Eugenio Antonio Olivero, Relation du siège de Bard en 1800, in XIV Bulletin de la Société Académique du Duché d’Aoste, Imprimerie Louis Mensio, Aoste, 1888, pag. 97 – versione digitale disponibile qui;
Correspondance de Napoléon Ier: publiée par ordre de l’empereur Napoléon III, Tomo VI, dal 19.10.1799 al 29.01.1801 Pubblicato da H. Plon, J. Dumaine, Paris 1861, versione digitale disponibile qui: http://books.google.it/books?id=F2guAAAAMAAJ&printsec=titlepage&source=gbs_summary_r&cad=0
Auguste Frédéric Louis Viesse de Marmont, Memorie del maresciallo Marmont duca di Ragusa dal 1792 sino al 1841. Francesco Sanvito libraio-editore succ. alla ditta Borroni e Scotti, Milano, 1857 pagg. 270 – 273. Versione digitale disponibile qui.
Post del 14.05.2007 ultimo aggiornamento 6.07.2024
- Vedi Google Books a questo indirizzo: http://books.google.it/books?id=F2guAAAAMAAJ&printsec=titlepage&source=gbs_summary_r&cad=0[↩]