Felicien Gamba, La sorcière de Saint-Vincent, XLI Bulletin de la Société académique du duché d’Aoste, Imprimerie ITLA, Aoste, 1964, pag. 298-299 – versione digitale disponibile qui.[↩]
Il Gran Ciambellano di Gilliarey nell’aggiornare l’indice dei libri consigliati ha scorso sempre più incuriosito l’agile volumetto di Alberto Grandi intitolato Denominazione di origine inventata: Le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani scoprendo, ad esempio, che la Focaccia di Recco col formaggio, IGP dal 2011 e inserita dall’Unione Europea nei prodotti tutelati a partire dal 2015, non si differenzia poi molto da una qualsiasi focaccia al formaggio non lievitata cotta nel forno sottocasa. Però, scorrendo il suo disciplinare di produzione1 si scopre che farina, olio e formaggio possono arrivare da un qualsiasi punto del globo terraqueo e, perché diventino un alimento IGP, è sufficiente che la lavorazione avvenga all’interno del “territorio del comune di Recco e dei comuni confinanti di Avegno, Sori e Camogli” seguendo le prescrizioni del consorzio. Essendo escluso da disciplinare “ogni trattamento di pre-cottura, surgelazione, congelazione o altra tecnica di conservazione” diventa difficile commercializzare la Focaccia di Recco fuori dal territorio vocato.
In Lombardia
Nel 2015 per promuovere la Focaccia di Recco col formaggio il consorzio pensò bene di aprire uno stand all’Artigiano in Fiera di Rho (MI) nel quale veniva prodotta una focaccia al formaggio con gli ingredienti di quella di Recco, la lavorazione di quella di Recco ma che non poteva essere venduta come Focaccia di Recco col formaggio perché proprio il disciplinare redatto dal consorzio e approvato dall’Unione Europea prevede che possa essere prodotta sono nei comuni di Recco, Avegno, Sori e Camogli. Di conseguenza lo striscione che pubblicizzava “Focaccia di Recco col formaggio” fu sequestrato dai carabinieri del NAS per tutelare i consumatori.
In Valle d’Aosta
La Valle d’Aosta può fregiarsi di due alimenti DOP: il “Valle d’Aosta Lard d’Arnad”2 prodotto esclusivamente nel comune di Arnad e il “Valle d’Aosta Jambon de Bosses”3 prodotto esclusivamente nel comune di Saint-Rhemy-en-Bosses.
Confrontando i dati raccolti dall’ISTAT con il numero di Comuni nei quali è suddivisa la Valle d’Aosta (74) si constata che nella regione più piccola d’Italia vi sono più sindaci che maiali4 il che è confortante dal punto di vista morale ma apre ad un’interessante riflessione sulla funzione della Denominazione di Origine Protetta.
A Gilliarey
Il Consiglio Nazionale per l’Economia di Gilliarey (CNEG) è stato incaricato dal Gran Ciambellano Pro Tempore di vagliare le proposte per l’istituzione di alcune IGP all’interno dell’unico Regno Repubblicano delle Alpi. In attesa dei relativi disciplinari si pubblicano di seguito, con vincolo di riservatezza, ingredienti e modalità di produzione.
Baci di Gilliarey
Battere il mascarpone con poco zucchero, unire due amaretti con la crema ottenuto indi tuffarli brevemente in una tazza di caffè allungata in acqua di Gilliarey, rotolarli in polvere di cocco e servire con deferenza, senza essere servili5.
Île flottante di Gilliarey
Battere un turlo con due cucchiai di zucchero, aggiungere poca vanillina, 100 g di latte, riscaldare e quando la crema inglese è cotta impiattare. In una scodella battere a neve un albume con un cucchiaio di zucchero, un sospiro di vanillina e uno di acqua di Gilliarey, cuocere nel forno a microoonde alla massima potenza per pochi minuti. Servire sopra la crema inglese e guarnire con caramello.
La Rosa canina un arbusto che può sfiorare i due metri di altezza. È comune dal fondovalle ai 1600 metri, fiorisce da maggio a luglio, in autunno si copre di frutti rossi vistosi che in inverno spiccano sui rami nudi.
Da tempo immemorabile all’inizio dell’annata agraria i contadini scendevano ad Aosta per acquistare gli attrezzi di lavoro che servivano loro per il nuovo anno. Continua la lettura di La Fiera di Sant’Orso→
Un tempo gattare e gattari valdostani seguivano con occhio vigile il bighellonare dei coscritti intorno alle colonie feline. Un interesse che non né disinteressato né legato a necessità alimentari.
Mia moglie mi rimprovera spesso di essere eccessivamente pignolo nel controllo delle fonti e mi prende ancora in giro per non averle creduto quando mi disse che la prima stesura de Il Milione di Marco Polo è stata scritta in francese.
Un curioso mito valdostano lega turismo ed allevamento: nei bar della Valle d’Aosta si sente spesso argomentare che senza gli allevatori che sono i giardinieri della montagna non ci sarebbe turismo in Valle d’Aosta.