Ru de Saint-Pierre et Villeneuve 1

Sifone del Ru de Saint-Pierre et Villeneuve e tetto del bunker sud - foto di Gian Mario Navillod.
Sifone del Ru de Saint-Pierre et Villeneuve e tetto del bunker sud – foto di Gian Mario Navillod.

Il Ru de Saint-Pierre et Villeneuve attraversa la Dora Baltea in un sifone che passa tra le fortificazioni del Vallo Alpino volute da Mussolini e la torre di Châtel-Argent  del 1275(1)Gabriele Sartorio, Antonio Sergi, Mauro Cortelazzo, Il cantiere duecentesco di Châtel-Argent a Villeneuve: una fornace per un castello, BUVA n. 6, Aosta, 2010 – versione digitale disponibile qui. Il ripido sentiero che collega il borgo di Villeneuve alla torre medievale passa sotto il sifone e davanti alle fortificazioni. Un’ottima scusa per visitare due fortezze e un pezzo di ru.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Aosta Ovest seguire le indicazioni per Courmayeur. Alla rotonda di Villeneuve prendere la seconda uscita, attraversare la Dora Baltea a girare a destra. Lasciare l’auto nel parcheggio all’inizio del centro abitato.
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Lunghezza itinerario: 1.5 km
Quota partenza: 660 m circa
Quota arrivo: 780 m circa
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Dislivello: 120 m circa
In bici: sconsigliato.
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La meridiana di Villeneuve - foto di Gian Mario Navillod.
La meridiana di Villeneuve – foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

Dopo aver lasciato l’auto all’inizio del borgo si percorre la via principale, sulle case strette le une alle altre si vedono alcuni architravi in pietra lavorata vecchi di secoli. Nella piazza davanti alla parrocchiale una grande meridiana datata 1875 ricorda che le temps presse, faisons le bien il tempo stringe, facciamo del bene.

La meridiana di Villeneuve - foto di Gian Mario Navillod.
Vigili del fuoco di Villeneuve – foto di Gian Mario Navillod.

Un altro simpatico affresco si trova sul lato destro della chiesa, vicino alla fontana, ricorda che era vietato il parcheggio dove dovevano transitare i mezzi dei vigili del fuoco.

Torre di Châtel-Argent del 1275 (Maître Jacques de Saint-Georges - Master James of Saint George) - foto di Gian Mario Navillod.
Torre di Châtel-Argent del 1275 (Maître Jacques de Saint-Georges – Master James of Saint George) – foto di Gian Mario Navillod.

Si prosegue sul viottolo che sale tra le case in direzione del castello. Sopra i primi tetti si passa davanti della prima delle tre fortezze volute da Mussolini che è chiusa al pubblico. Si superano le reti paramassi che proteggono l’abitato  e raggiunta la strada interpoderale si gira a sinistra in direzione del castello. Un bel sentiero panoramico conduce ai piedi del torrione opera dell’architetto medievale Jacques de Saint-Georges che divenne famoso in Inghilterra grazie ai castelli costruiti per Edoardo I ora iscritti nel patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Nell’ampia corte sotto la torre sbocciano una sacco di fiordalisi e fruttificano i mandorli. Le feritoie dell’abside della cappella inquadrano perfettamente i castelli di Saint-Pierre e di Aymavilles, la parte inferiore della porta di ingresso è stata sfondata dai vandali.

Opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) vista dal Ru de Saint-Pierre 1 - foto di Gian Mario Navillod.
Opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) vista dal Ru de Saint-Pierre 1 – foto di Gian Mario Navillod.

Si scende verso Villeneuve, l’ampio sentiero passa più volte sotto il sifone e conduce proprio all’ingresso del secondo bunker, la porta in legno è coperta da una rete metallica intonacata e dipinta che da lontano la rende indistinguibile dalla rocce circostanti. Sull’altro lato della valle si vede un terzo bunker.

Percorrendo una stretta viuzza del del borgo si torna sulla strada principale dalla quale si raggiunge in breve il parcheggio.

Opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) lungo il Ru de Saint-Pierre 1 - foto di Gian Mario Navillod.
Opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) lungo il Ru de Saint-Pierre 1 – foto di Gian Mario Navillod.

Il caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea)

Il caposaldo di Villeneuve  (Villanova Baltea) comprendeva le postazioni 202, 203, 204, 204 bis(2)Marco Boglione, Atti del convegno Tra baita e bunker del 14 dicembre 2007, Fondation Emile Chanoux, Aosta, 2009, ISBN 978-88-86523-77-6 pag. 49 – versione digitale disponibile qui ed era l’ultimo sito fortificato che un attacco proveniente dalla Francia avrebbe dovuto superare prima di dilagare nella  Pianura Padana. Lo precedevano le fortificazioni del Piccolo San Bernardo, quelle di Pré-Saint-Didier e quelle di Runaz.

La prima postazione che si incontra alle spalle della chiesa non è accessibile, era progettata per due armi, è collegata alla rete elettrica, la porta in metallo è chiusa da un lucchetto.

Ingresso dell'opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) lungo il Ru de Saint-Pierre 1 - foto di Gian Mario Navillod.
Ingresso dell’opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) lungo il Ru de Saint-Pierre 1 – foto di Gian Mario Navillod.

La seconda postazione è accessibile, la porta in legno che ho trovato solamente accostata è rivestita internamente da una lamiera metallica spessa un paio di millimetri.

Opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) vista dall'apertura per l'apparecchio fotofonico - foto di Gian Mario Navillod.
Opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) vista dall’apertura per l’apparecchio fotofonico – foto di Gian Mario Navillod.

Subito sulla destra si incontra l’apertura predisposta per l’apparecchio fotofonico diretta verso l’opera nord costruita sull’altro lato della valle e dotata di quattro armi.

Più avanti nel corridoio si accede alla prima camera di tiro, subito dopo alcuni gradini danno accesso alla seconda camera di tiro dove la luce della feritoia è stata ridotta a circa 20*20 cm con un piastra metallica di forte spessore.

Particolare della porta d'ingresso dell'opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) lungo il Ru de Saint-Pierre 1 - foto di Gian Mario Navillod.
Particolare della porta d’ingresso dell’opera del caposaldo di Villeneuve (Villanova Baltea) lungo il Ru de Saint-Pierre 1 – foto di Gian Mario Navillod.

La porta d’ingresso e alcune parti della muratura erano ricoperte da una rete metallica fine modellata ad imitazione di una parete rocciosa, ricoperta di intonaco e dipinta del colore delle rocce circostanti.

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Note[+]