Ru du Château

Castello di Nus visto dal Ru du Château - foto di Gian Mario Navillod.
Castello di Nus visto dal Ru du Château – foto di Gian Mario Navillod.

Il Ru du Château derivava le acque del Torrente Saint-Barthélemy ad una quota di circa 770 metri e come risulta dalle mappe catastali le portava fin sopra il villaggio di Plane dove finiva in corrispondenza della mulattiera che sale a Petit-Fénis.

Tubature sospese del Ru du Château - foto di Gian Mario Navillod.
Tubature sospese del Ru du Château – foto di Gian Mario Navillod.

Del vecchio ru sospeso ai fianchi di una gola ripida e franosa rimane pochissimo: è stato da tempo intubato in una conduttura metallica in pressione, parzialmente interrata e coperta dalla vegetazione. Il sentiero lungo in origine un chilometro e mezzo è a tratti scomparso e in altri franato. Un cartello di divieto di transito invita i pedoni ad non avventurasi nel tratto più pericoloso ed esposto, percorribile solo con tecniche alpinistiche.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Nus seguire le indicazioni per Aosta. Al semaforo di Nus girare a destra e proseguire lungo la strada regionale n. 36 di Saint-Barthélemy. Dopo la chiesa prendere a sinistra seguendo le indicazioni per il castello e poi a destra per Plane Dessus e lasciare l’auto nel piccolo parcheggio sopra il villaggio.
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Lunghezza itinerario:  0.5 km
Quota partenza: 720 m circa
Quota arrivo:  740 m circa
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Dislivello: irrilevante
In bici: sconsigliato
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Saracinesca di distribuzione del Ru du Château - foto di Gian Mario Navillod.
Saracinesca di distribuzione del Ru du Château – foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

Dal parcheggio si prosegue  lungo la strada asfaltata che attraversa il villaggio. Le vecchie case sono state ristrutturate con cura, alzando gli occhi, sulla sinistra, si nota un imponente camino che ha una croce sotto la copertura. Dall’altra parte del villaggio, dopo alcuni minuti di salita si nota il muro di sostegno sotto cui scorreva il ru a circa 735 metri di quota. Il sentiero è stato inghiottito dai rovi, si vedono però i pozzetti per l’irrigazione di cemento. Nella bella stagione non è possibile procedere oltre. In inverno, quando  il passaggio dell’uomo non rovina più la cotica erbosa, i proprietari dei terreni non si arrabbiano se i turisti attraversano i pascoli. Si cammina per una centinaio di metri a valle del ru poi dall’altra parte di una siepe si trova il sentiero del Ru du Château.

Nicchia in pietra lungo il Ru du Château - foto di Gian Mario Navillod.
Nicchia in pietra lungo il Ru du Château – foto di Gian Mario Navillod.

Dell’edera sale sui muri di sostegno in pietra a secco costruiti con grandi sassi arrotondati, la vegetazione preme ai bordi del sentiero dove sempre più raro è il passare dell’uomo. Si domina il lato orientale del castello di Nus, dove sorgeva il donjon crollato alla metà del XX secolo1 tra gli arbusti si scopre il rudere di una casetta, nel muro a monte è ancora intatta una piccola nicchia sormontata una grossa pietra con funzione di scarico sull’architrave. Poco più avanti, alle spalle del castello, il cartello di divieto di transito invita a tornare sui propri passi.

Cavo di sicurezza e condotta in ferro del Ru du Château - foto di Gian Mario Navillod.
Cavo di sicurezza e condotta in ferro del Ru du Château – foto di Gian Mario Navillod.

Il ru oltre il cartello taglia un pendio franoso che scende ripidissimo verso il fondo della gola. Dopo duecento metri di sentiero esposto le persone che curavano la manutenzione del ru dovevano affidare la propria vita alle corde in acciaio fissate alla roccia o alla solidità del tubo in ferro del diametro di una ventina di centimetri dove è stato intubato il Ru du Château.

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  1. Francesco Corni, Segni di Pietra, pag. 140-145[]