Lungo la Via Francigena – Parrocchiale di Diemoz – Foto di Gian Mario Navillod.
Si cammina sull’asfalto per l’80% dell’itinerario. Punti di forza: il Signore con sabot, la zangola nella vecchia latteria, la chiesa di Diemoz. Punti di debolezza: il tracciato ufficiale esclude la Via del Sorriso e sale fino a Grangeon.
In alternativa la variante percorre la Via del Sorriso e accorcia l’itinerario di mezzo chilometro togliendo 100 m di dislivello.
Tarsia in pietra con il logo della Via Francigena davanti alla chiesa di Gignod (AO) – Foto di Gian Mario Navillod.
La prima testimonianza di un viaggio lungo la Via Francigena è dell’arcivescovo di Canterbury Sigerìco che nel 990 si recò a Roma per ricevere il Pallio ed annotò le tappe percorse durante il viaggio di ritorno.
Il Monte Cervino dal belvedere lungo il Ru Veuillen di Chamois – Foto di Gian Mario Navillod.
Il Cervino da Milano si vede ma occorre salire in mongolfiera e superare i 2000 metri di quota. Solo a grande altezza si vedrà comparire lentamente la sua punta rocciosa dietro i ghiacciai del Monte Rosa che lo nascondono alla vista dalla pianura meneghina.
La tomba barbarica di Pontey, sullo sfondo il Castello Gamba di Châtillon – Foto di Gian Mario Navillod.
L’arca del diavolo di Pontey è una tomba lunga due metri e larga circa 110 cm scavata nella roccia per una profondità di circa 70 cm. L’asse maggiore è orientato in direzione est-ovest ed il fondo è inclinato verso est di circa 10 gradi. Continua la lettura di L’arca del diavolo di Pontey→
Jean Pierre Obert, parroco di Challand-Saint-Anselme nel 1820 descriveva così la pietosa usanza del répit.
“Quando una donna partorisce un bambino senza vita, spesso i parenti portano il bambino in uno dei Santuari intitolati alla Santa Vergine. Là fanno celebrare una messa, se trovano dei sacerdoti che si prestano, altrimenti recitano preghiere o fanno delle offerte con l’intenzione di ottenere che il bambino dia, in tale circostanza, qualche segno di vita e lo battezzano. Quasi tutti, secondo quanto è riportato, sono esauditi. Tornano a casa e tranquillizzano papà e mamma, che credono semplicemente che s’è operato un miracolo nei confronti del loro bambino. Questa affermazione fa sì che le donne incinte siano meno attente durante la gravidanza e che la menzogna si propaghi con la superstizione. Sarebbe bene ordinare che quando una madre ha partorito una bimbo morto lo si consegni subito al parroco per dargli sepoltura in un luogo a ciò destinato”1.
Jean-Auguste Voulaz, La paroisse de Saint-Anselme de Challand, Pheljna ed., Aosta, 1998, pag. 48, libera traduzione italiana di Gian Mario Navillod[↩]
Una gentile signora mi ha chiesto delle informazioni su Chamois, il comune più alto della Valle d’Aosta. Le ho risposto così:
Arrivo con le bici elettriche nel capoluogo di Chamois – Foto di Gian Mario Navillod.
Cara ***, se vuole visitare Chamois, l’unico comune delle Alpi dove si vive senza è automobili è facilissimo: da Milano parte ogni giorno il pullman autostradale per Cervinia, ci sale sopra e in un paio d’ore di viaggio arriva alla partenza della funivia per Chamois.Continua la lettura di Chamois→
Il 14 luglio 2015 si è festeggiato il centocinquantesimo anniversario della prima ascensione sul Cervino/Matterhorn da parte della cordata di Edward Whymper.
Tre giorni dopo, il 17 luglio 1865 veniva aperta la via italiana al Cervino grazie a Amé Gorret il celebre prete alpinista nato a Valtournenche.
La dolina di Cleva Bella di Chamois e la Grand Dent – Foto di Gian Mario Navillod.
Escursione alla dolina di Cleva Bella
Una simpatica coppia, in ottima forma, mi ha chiesto un consiglio per fare quattro passi in Valtournenche alla ricerca di vecchi alpeggi. Che ne dite di un itinerario circolare?