Il 14 luglio 2015 si è festeggiato il centocinquantesimo anniversario della prima ascensione sul Cervino/Matterhorn da parte della cordata di Edward Whymper.
Tre giorni dopo, il 17 luglio 1865 veniva aperta la via italiana al Cervino grazie a Amé Gorret il celebre prete alpinista nato a Valtournenche.
La dolina di Cleva Bella di Chamois e la Grand Dent – Foto di Gian Mario Navillod.
Escursione alla dolina di Cleva Bella
Una simpatica coppia, in ottima forma, mi ha chiesto un consiglio per fare quattro passi in Valtournenche alla ricerca di vecchi alpeggi. Che ne dite di un itinerario circolare?
Cervino e diga del Goyet dalla cima della Gran Sometta – Foto di Gian Mario Navillod.
La Gran Sometta è la terza escursione consigliata dalla guida del canonico Carrel partendo dal Breil di Valtournenche. (Non è un refuso scrivere Breil, lo spiega il canonico Georges Carrel, l’amico degli inglesi, nella sua guida della Valtournenche nel 1867).
Opera di presa del Ru de Vens – Foto di Gian Mario Navillod.
Vens è un villaggio sulla collina di Saint-Nicolas, ci si arriva in percorrendo una strada asfaltata che finisce poco oltre il villaggio. È un luogo di pace che merita di essere visitato almeno una volta nella vita, lontano dai rumori del traffico che scorre a fondovalle e di fronte alla Grivola, una montagna alta 3969, che per soli 31 metri non rientra nell’elenco dei 4000 delle Alpi. A fianco della chiesetta un piccolo bar-ristorante di paese resiste coraggiosamente allo spopolamento della montagna, vi si trova dell’ottimo Majolet, un vitigno locale che il Feudo di San Maurizio coltiva vicino al castello di Sarre. Continua la lettura di Il Ru de Vens→
Area picnic al Col Pilaz e monte Tantané – Foto di Gian Mario Navillod.
“Per portare a termine un progetto così ampio ed ambizioso, cioè percorrere tutti i sentieri della Valle d’Aosta, ho dovuto trasformare l’hobby in professione, voltare pagina, cambiare abitudini consolidate negli anni1.”
Un esempio per tanti, Luca Zavatta, un uomo che ha scelto di lasciare un lavoro sicuro per promuovere i sentieri della Valle d’Aosta con molta passione e pochi contributi. In una regione in cui spesso la pachon, la passione, è largamente sostenuta dalla contrebeuchon, i contributi regionali.
Immaginate la parete di un bar, bianca. E un gestore un po’ filantropo che decide di trasformare quella parte bianca che non dice granché in una cosa utile. Ci mette sotto un astuccio di colori ed un cartello che dice “questa è la mappa della città: disegnatela“.
Si avvicina un geometra, beve un caffè e disegna il corso principale. Entra un urbanista, ordina una grappa e aggiunge tutte le traverse. Passano due insegnanti di geografia e mentre bevono l’aperitivo, disegnano i corsi d’acqua. Passa un artista e con un prosecco in mano aggiunge un po’ di colore. Continua la lettura di Il peggior difetto di OpenStreetMap→
A questa domanda risponde affermativamente Umberto Mònterin in un articolo del 19361 nel quale segnale il ritrovamento nella valle di Gressoney di ceppi di conifere ad un’altezza superiore di circa 200 metri a quella di crescita del bosco agli inizi del XX secolo.
Tubo in cemento amianto del Ru des Rey di Torgnon – foto di Gian Mario Navillod.
Il Ru des Rey di Torgnon scorre completamente intubato dalla presa sotto l’Alpe Chavacour all’Alpe Comianaz. Nella parte centrale scorre a fianco di una strada sterrata di servizio agli alpeggi ed è possibile percorrerlo in bici. L’inizio e la fine del ru invece sono riservati agli escursionisti esperti: erba alta e tratti paludosi richiedono un ottimo senso dell’orientamento ed un buon senso dell’equilibrio.