Sentiero lungo il Ru de Crépin – foto di Gian Mario Navillod.
Passeggiando lungo il Ru de Crépin si attraversano zone umide dove la vegetazione erbacea prospera e macchie di larici dalle forme curiose che in estate accolgono gli escursionisti nella loro ombra discreta. Malgrado il forte investimento per rinaturalizzare il ru alcuni tratti restano asciutti. Da non perdere la visita alla grotta delle Busserailles.
Almeno una volta la costruzione di un ru non riuscì al primo colpo. Scrive Ezio Emerico Gerbore che nel 1459 il conte Giacomo di Challant accusò i costruttori del Ru Courtaud di aver travalicato la concessione fatta nel 1393 da Ebalo di Challant e di aver edificato due canali al posto dell’unico autorizzato.
Castello di Nus visto dal Ru du Château – foto di Gian Mario Navillod.
Il Ru du Château derivava le acque del Torrente Saint-Barthélemy ad una quota di circa 770 metri e, come risulta dalle mappe catastali, le portava fin sopra il villaggio di Plane dove finiva in corrispondenza della mulattiera che sale a Petit-Fénis.
Nelle notizie locali di Le Mont Blanc del 7 luglio 1905, accanto al resoconto del passaggio della prima autovettura sulla carrozzabile del Gran San Bernardo si dava conto di un problema di moralità e igiene pubblica.
Archi del Ru du Pan Perdu di Antey – foto di Gian Mario Navillod.
Questa passeggiata che si svolge in buona parte all’ombra di un bosco di latifoglie porta ai piedi di uno dei pilastri principali del Ru du Pan Perdu, il canale irriguo lungo una dozzina di km che portava le acque del torrente del Petit-Monde fino ai pianori aridi del comune di Verrayes.
Attraversamento del Ru de Pessoneille di Pontey – foto di Gian Mario Navillod.
Lungo il Ru de Pessoneille di Pontey si scopre una piacevole passeggiata a bassa quota. Si cammina all’ombra di un bosco dove predomina il castagno. Tre brevi salite separano i tratti in falsopiano, al ritorno chi desidera prolungare l’escursione può proseguire lungo la pista della salute.
Saracinesca del Ru Bourgeois 1 – foto di Gian Mario Navillod.
Il primo tratto del Ru Bourgeois è riservato agli escursionisti esperti perché la vegetazione ha invaso la pista di servizio e in alcuni tratti, a causa del cedimento del terreno, ci si trova a camminare in equilibro sull’argine a valle largo appena una ventina di centimetri.
Il Ru Bourgeois di Gignod in alveo naturale – foto di Gian Mario Navillod.
L’abbé Henry1 scrive che il Ru Bourgeois venne costruito grazie all’autorizzazione concessa dal balivo Jean de Montbel di Aosta e ratificata dal conte di Savoia il 22 marzo 1401.
Joseph-Marie Henry, Histoire populaire, religieuse et civile de la Vallée d’Aoste, Société éditrice valdôtaine (Imprimerie catholique), Aosta, 1929, pag. 136, versione digitale disponibile qui[↩]
Ingresso cava di marmo a monte del Ru Marseiller – Foto di Gian Mario Navillod.
Il protagonista dell’ultimo romanzo di Mauro Corona L‘ultimo sorso, storia di Celio1, classe 1910, lavorò in Valle d’Aosta nelle cave di marmo della ditta Perona. Uomo di poche parole, disse solo di cavare marmo verde. “E nel tempo libero?” – “Sbronze.”
Sentiero invaso dalla vegetazione lungo il Ru Bourgeois – foto di Gian Mario Navillod.
Il breve tratto del Ru Bourgeois che scorre sotto la Strada Regionale 31 per Allein è completamente invaso dalla vegetazione. In attesa di un intervento di pulizia è riservato agli escursionisti esperti che scopriranno un piccolo ponte acquedotto in cemento armato sotto il quale crescono lentamente delle stalattiti.