Tratto in alveo naturale del Ru de Vuillen/Vullien – Foto di Gian Mario Navillod.
Il Ru de Vuillen/Vullien, detto anche Ru Chaffières, deriva le acque del Torrente de la Belle Combe a circa 2200 di quota. Dall’opera di presa scorre in una tubazione a pressione fin sopra l’Arp du Jeu e poi a cielo aperto fino all’Alpe Chantel. Continua la lettura di Ru de Vuillen/Vullien→
Passerella in legno e vecchio tratto in cemento visti da una galleria del Ru Courtaud/Courtod – Foto di Gian Mario Navillod.
Il Ru Courtaud – grafia utilizzata dal consorzio di miglioramento fondiario che lo gestisce – sulla CTR risulta Ru de Saint-Vincent, Torrente di Courthoud, conosciuto anche come Ru d’Amay, Ru de la Montagne, Ru Courthoud, Ru Courtod è il ru più lungo della Valle d’Aosta. Continua la lettura di Ru Courtaud→
Casetta dei reuvan di Nanaz/Nannaz lungo il Ru Courtaud/Courtod – Foto di Gian Mario Navillod – 31 luglio 2013.
Occorre un’oretta di cammino per raggiungere il Ru Courtaud da Saint-Jacques, si cammina su di una facile mulattiera che passa tra vecchie case restaurate con amore, pascoli curati e belle foreste di larici ai piedi dei ghiacciai del Monte Rosa. Continua la lettura di Ru Courtaud da Saint-Jacques→
Ponte canale in legno sul Ru Courtaud/Courtod – Foto di Gian Mario Navillod.
La parte centrale del Ru Courtaud rende omaggio all’intelligenza degli abitanti di Ayas che sono riusciti a mettere d’accordo gli agricoltori, che tendono ad intubare tutti i canali irrigui per limitare le perdite e gli oneri di manutenzione, e i turisti che amano passeggiare accompagnati dal mormorio dell’acqua. Continua la lettura di Ru Courtaud da Barmasc→
Presa del Ru de Chevrère et Montjovet sul Torrente Chalamy – Foto di Gian Mario Navillod.
L’opera di presa sul torrente Chalamy da sola vale il viaggio: ci si trova avvolti da schizzi d’acqua limpidissima e circondati da una foresta balsamica, nel cuore del Parco Regionale del Mont Avic. Continua la lettura di Ru de Chevrère et Montjovet→
Scortecciatura di giovane frassino a 1,4 m da terra lungo il Ru de Champlong – foto di Gian Mario Navillod.
Il cervo è arrivato in Valle d’Aosta dalla Svizzera. Verso il 1980 si è cominciato parlare di questo splendido animale che crea però qualche problema agli alberi: mentre il capriolo è molto più piccolo e solo eccezionalmente ne assaggia la corteccia, il cervo, come la capra d’altronde, non la disdegna.
Cicatrici di scortecciatura di giovane frassino lungo il Ru Bourgeois – foto di Gian Mario Navillod.
Le essenze preferite sono l’abete rosso, il frassino e il faggio1. Le morsicature sono visibili fino ad altezza d’uomo, se la corteccia è poco aderente al tronco il cervo ne può staccare lembi anche ad un’altezza superiore.