Il monte Emilius deve il suo nome ad una gentile fanciulla
Fino al 1839 quello che ora chiamiamo Monte Emilius si chiamava “Pic des 10 heures”, la montagna delle dieci.
Rudere e Monte Emilius da La Magdeleine – Foto di Gian Mario Navillod.
In quell’anno il canonico Georges Carrel salì sulla cima in compagnia di Emilie Argentier, allora quattordicenne, che divenne in seguito madre del dottor Anselme Réan, noto intellettuale valdostano. In suo onore la montagna venne ribattezzata Monte Emilius. Continua la lettura di Monte Emilius→
Tubazione del Ru Veuillen lungo la pista ciclabile di Chamois – Foto di Gian Mario Navillod.
Il Ru de Veuillen/Veillen è la passeggiata di Chamois per antonomasia: una sterrata panoramica e ben curata ricopre il ru. Lungo l’itinerario vi sono giochi per bambini e in inverno la ciclabile si trasforma in una comoda pista per ciaspole. Un’ottima scusa per salire in funivia a Chamois, l’unico comune delle Alpi dove si vive senza auto. Continua la lettura di Ru de Veuillen→
Opera di presa del Ru de l’Eau Sourde di Arvier sulla Dora di Valgrisenche – Foto di Gian Mario Navillod.
Passeggiare lungo il Ru de l’Eau Sourde permette di scoprire una sacco di curiosità legate allo sfruttamento dell’energia idraulica e, soprattutto nella parte iniziale, tra gli alberi si aprono scorci panoramici molto suggestivi. Una piccola deviazione nei pressi dell’opera di presa permette di scoprire una singolare diga in legno ed un ponte-canale di cui pochi conoscono l’esistenza.
André Ferré, Contes Légendes et Paysages du Val d’Aoste, Imprimerie Valdôtaine, Aoste, 1953, pag. 31.
Un tempo, in un’età lontana, il torrente Moline, che divide in due i villaggi di Pontey, nutriva della sua frescura una magnifica porzione del territorio comunale. Dove si vede oggi un glair1, fortunatamente già ricoperto da un bosco, una splendida distesa di vigne, che producevano il dolce cru del prié2 copriva con le sue pergole dorate il suolo, cullata dalla melodia limpida e ridente delle acque del vallone Guiabiou3 che scorrevano verso la Dora.
Fall foliage a Torgnon – le foglie rosse dei ciliegi il 24 settembre 2017 – Foto di Gian Mario Navillod.
Riaperto il vecchio sentiero per il Col Cheneil
A Chamois alla fine di ottobre 2015 è stato riaperto il vecchio sentiero tra il lago di Lod ed il Col Cheneil. Giusto in tempo per osservare il fall foliage, la caduta delle foglie che colora di rosso e giallo i boschi che circondano Chamois, l’unico comune delle Alpi che ha detto no alle auto.
Archi del Ru du Pan Perdu di Châtillon sopra Isseuries–Isserie – Foto di Gian Mario Navillod.
Questo breve itinerario si svolge in buona parte all’ombra di un bosco di pini e roverelle. Porta all’antico tracciato del Ru del Pan Perdu di Châtillon un canale irriguo che portava le acque del torrente Marmore fino alla collina di Saint-Vincent. Continua la lettura di Ru Pan Perdu di Châtillon C→
Tratto in alveo naturale del Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.
Il Ru des Gagneurs è un ru singolare a cominciare dal nome che significa canale dei vincitori. Dall’opera di presa allo scarico scorre intubato e solo nella parte centrale scorre ancora a cielo aperto per circa un chilometro con brevi tratti dove è prudente spingere la bici. Nella bella stagione non è possibile raggiungere l’opera di presa a causa della vegetazione ma il tratto in alveo naturale tra Isseuries e Domianaz merita il viaggio.
Nel basso medioevo la morale era molto più elastica da come la si immagina ora. Lo si intuisce osservando le allegre mensoline quattrocentesche del castello Sarriod de La Tour di Saint-Pierre dove una signora ed una signore mostrano ai visitatori, dal 1432, ciò di cui sono legittimamente orgogliosi: una bella patata e un grosso pisello. Anche i sacerdoti non facevano eccezione. Continua la lettura di Il curato di Champorcher e la moglie condivisa.→
Buonasera Riccarda Lettry, lei è stata una delle ultime persone a fotografare il cumulo di scarti della lavorazione delle pentole di pietra ollare della Valmeriana che si trovava tra il Grand Fourneau e il torrente Molinaz.
San Grato. Cappella di San Grato a Macognaz, affresco di F. Curta eseguito nel 1878 – Foto di Gian Mario Navillod.
San Grato patrono di Aosta e della diocesi è generalmente raffigurato con la mitra vescovile sul capo e la testa di Giovanni Battista tra le mani. Continua la lettura di San Grato→