Ru des Gagneurs

Tratto in alveo naturale del Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Tratto in alveo naturale del Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Il Ru des Gagneurs è un ru singolare a cominciare dal nome che significa canale dei vincitori. Dall’opera di presa allo scarico scorre intubato e solo nella parte centrale scorre ancora a cielo aperto per circa un chilometro con brevi tratti dove è prudente spingere la bici. Nella bella stagione non è possibile raggiungere l’opera di presa a causa della vegetazione ma il tratto in alveo naturale tra Isseuries e Domianaz merita il viaggio.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Châtillon-Saint-Vincent girare a sinistra e alla prima rotonda prendere le seconda uscita, subito prima del semaforo che regola l’accesso alla statale salire sul cavalcavia e proseguire sulla strada della collina fino a raggiunge la cappella di Domianaz dove si lascia l’auto.
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Lunghezza itinerario: 6.5 km
Quota partenza: 735 m
Quota arrivo: 830 m circa
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Dislivello 100 m circa
In bici: si può fare.
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Cappella di Domianaz lungo il Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Cappella di Domianaz lungo il Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

La pista di servizio del Ru des Gagneurs arriva proprio al centro del tornante dove si affaccia la cappella di Domianaz. Il ru prosegue per un centinaio di metri a valle della frazione per poi gettarsi nel torrente Biegne. Ci si incammina sulla sterrata dove si incontra presto l’ombra confortevole di alcuni vecchi castagni. A monte dell’itinerario si intravedono tra gli alberi numerosi muri a secco. Alcuni sostengono dei massi spigolosi caduti dopo il ritiro del ghiacciaio Balteo. Dove la macchia si apre si intravede in lontananza la sagoma tondeggiante delle terme di Saint-Vincent e più vicino una vecchia costruzione a quattro piani: la Tour Decré d’Emarèse che nel 1944 venne cannoneggiata  da truppe alpine alla ricerca di un facile bersaglio, fortunatamente senza causare vittime1.

Sentiero lungo il Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Sentiero lungo il Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

All’entrata del vallone di Saint-Valentin la sterrata si interrompe, il ru scorre a cielo aperto tra due spallette di cemento poi all’interno di una grossa tubazione in plastica che è leggera, poco costosa, e anche molto brutta da vedere.

Cascatella e sentiero esposto lungo il Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Cascatella e sentiero esposto lungo il Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Il sentiero che accompagna il ru presenta due piccoli tratti esposti, nell’ultimo si cammina su di un muro sbrecciato a fianco del quale l’acqua scorre velocissima coprendosi di spuma.

All’uscita del vallone si ritrova la sterrata che passa tra vigneti abbandonati e cespugli di more dolcissime. Si lascia sulla destra il sentiero che porta verso il Ru del Pan Perdu di Châtillon, si lascia a sinistra la sterrata che scende al Albard poi ai piedi di una ripida parete rocciosa si trova la roccia del belvedere dalla quale si domina il borgo di Châtillon. Si distingue bene la parrocchiale che agli inizi del 1900 venne demolita e ricostruita girando la navata di novanta gradi in senso antiorario. Ora l’altare è rivolto a nord anziché verso il levar del sole come vuole la tradizione, un orientamento inusuale in  Valle d’Aosta. Di fronte alla parrocchiale di vedono i tetti del castello Passerin d’Entrèves circondati dagli alberi monumentali del parco, un po’ più lontano, dietro il palazzetto dello sport, spicca la torretta del castello Gamba sede della pinacoteca regionale.

Tratto in alveo naturale del Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Tratto in alveo naturale del Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

La pista di interrompe ed inizia un piacevolissimo sentiero che con leggeri saliscendi segue il corso del ru che scorre ancora in alveo naturale. La radici di un pino ne hanno tappezzato una breve tratto e in un altro punto si cammina su di un grosso masso che in caso di pioggia diventa assai scivoloso. Le goccioline d’acqua che salgono dal ru rinfrescano l’aria e l’ombra balsamica dei pini rende ancora più piacevole la passeggiata.

In alcuni punti il muro di sostegno del ru era costruito con pietre così piccole che il risultato del lavoro degli abilissimi muratori desta ancor oggi ammirazione. Sotto la cava di Isseuries il ru scompare sotterra. Occorre prendere la strada asfaltata che scende verso il villaggio e subito dopo il tornante risalire lungo la pista di servizio del ru che attraversa terreni abbandonati.

Una curiosa catasta di legna lungo il Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Una curiosa catasta di legna lungo il Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Sotto una roccia strapiombante si nota una curiosa catasta di legna, subito dopo il ru scorre nuovamente a cielo aperto tra due spallette di cemento ed entra nella Valle del Cervino.

Ru de Marseiller e cava in galleria fotografati dal Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Ru de Marseiller e cava in galleria fotografati dal Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Dall’altra parte della valle si nota il tracciato orizzontale del Ru de Marseiller e subito sopra il gigantesco buco, reso minuscolo dalla distanza, dal quale si estraeva il marmo. Sui pini a lato del sentiero si vedono diversi cespi di vischio della sottospecie austriacum, un emiparassita che vive solo sul pino silvestre e non si trova sugli abeti o le latifoglie che ospitano le sottospecie abietis e album.

Dopo l’incrocio con la mulattiera che sale a Promiod il ru è stato intubato. Poco più avanti si attraversa la strada asfaltata e si prosegue sulla strada di servizio completamente ricoperta d’erba. Il muschio forma chiazze colorate sui vecchi tubi in cemento che a tratti fuoriescono dal terreno.

Arco e pilastro di sostegno del Ru de Marseiller fotografati dal Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Arco e pilastro di sostegno del Ru de Marseiller fotografati dal Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Dall’altra parte della valle si vede un arco di sostegno del Ru de Marseiller e a fianco un grande pilastro costruito con pietra e calce. La pista si interrompe all’inizio di un vallone dove il fianco della valle si fa scosceso. Qui il ru scorre a cielo aperto per poche decine di metri poi rientra nei tubi di cemento.

La mucca curiosa di Brusoncles lungo il Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
La mucca curiosa di Brusoncles lungo il Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Si prosegue lungo il sentiero di servizio fin sotto l’abitato di Brusoncles des Gard sotto lo sguardo curioso di alcune mucche al pascolo. I pascoli sono ripidi ma ben curati, alcuni castagni fruttificano ancora,  in mezzo all’erba si scorgono i grandi ceppi contorti dei castagni meno fortunati che sono diventati legna da ardere. In lontananza si vede la chiesa di Torgnon, proprio sotto l’antecima del Mont Meabé. Sulla destra, sotto la condotta forzata che alimenta la centrale idroelettrica di Covalou, si nota una striscia orizzontale di muri a secco: è quanto rimane del Ru del Pan Perdu di Châtillon. Ci si avvia lungo la strada asfaltata verso Brusoncles des Janin, il ru scorre sotto l’asfalto, si notano ogni tanto i pozzetti di ispezione. A destra si vedono i pascoli verdissimi e curati, a sinistra alcuni castagni ammalati alzano i rami secchi verso il cielo azzurro come fossero mani alzate in segno di resa.

Pozza e cascatella del Torrente Promiod lungo il Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Pozza e cascatella del Torrente Promiod lungo il Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Si attraversa il torrente Promiod. Una pozza poco profonda invita a fermarsi per un bagno, il ru scorre tutto intorno in galleria e passa dietro la cascatella che ha inciso la roccia. Si prosegue lungo la strada  per un centinaio di metri poi si gira a destra sulla pista di servizio del ru.

Ponte pedonale sulle condotte forzare della centrale di Covalou lungo il Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Ponte pedonale sulle condotte forzare della centrale di Covalou lungo il Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Si cammina all’ombra di grandi castagni, un ponticello pedonale in cemento attraversa le condotte forzate e subito dopo riprende la pista di servizio.

Archi del Ru del Pan Perdu di Antey fotografati dal Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Archi del Ru del Pan Perdu di Antey fotografati dal Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Dove il bosco di ferma lasciando posto alla pietraia si vedono sull’altro versante della valle i resti del Ru del Pan Perdu di Antey: tre gruppi di archi abbarbicati alla roccia sopra  il villaggio di Chessin, un tempo tappa importante all’inizio della mulattiera per Torgnon.

A pochi minuti dalla strada regionale per Cervinia si trova il dissabbiatore. E’ una struttura dove il flusso dell’acqua rallenta e la parti in sospensione si depositano evitando così di otturare le tubazioni.

Galleria parafrane di Devies lungo il Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Galleria parafrane di Devies lungo il Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

In inverno è possibile proseguire lungo la pista che passa a fianco della galleria parafrane fino a raggiungere l’opera di presa di scarso interesse idraulico.

Presa del Ru des Gagneurs - Foto di Gian Mario Navillod.
Presa del Ru des Gagneurs – Foto di Gian Mario Navillod.

Nelle altre stagioni il poligono del Giappone (Reynoutria japonica), una specie aliena invasiva, impedisce il transito: la pista si trasforma in una jungla impenetrabile degna de romanzi di Salgari.

I minuscoli fiori della Reynoutria japonica - Foto di Gian Mario Navillod.
I minuscoli fiori della Reynoutria japonica – Foto di Gian Mario Navillod.

Curiosità

La galleria parafrane di Devies lunga qualche centinaio di metri è un nodo strategico mettendo in comunicazione i sentieri di Antey e Torgnon nell’alta valle del Cervino con quelli del fondovalle di Châtillon. Purtroppo sia la pista di servizio del Ru des Gagneurs che il sentiero che passa sul tetto della galleria parafrane sono diventati impercorribile a causa del proliferare di arbusti e liane. Gli escursionisti sono così costretti a passare all’interno della galleria tra gas di scarico e rumori molesti. Peccato perché basterebbe passare alcune volte l’anno con un rasaerba o un decespugliatore per risolvere il problema e migliorare la sicurezza dei turisti.

Storia

L’atto di infeudazione del Ru des Gagneurs non è stato ritrovato. Giovanni Vauterin2 indica come probabile data di costruzione il 1330 e cita una atto del 16 ottobre 1447 nel quale è riconosciuto il diritto di derivare l’acqua del torrente Marmore in loc. Tavernela. La portata massima del ru è oggi di poco superiore ai 600 litri al secondo.

In un documento senza data citato da Maria Vassallo3 e redatto intorno al 1783 si afferma che: “Questo ru è considerato come il più impegnativo e quello che richiede più spese … attraversa le terre di Châtillon e irriga anche un pezzo del villaggio di Biègne di Saint-Vincent … La sua manutenzione è fatta grazie a corvé  come per i precedenti, salvo quando vi sia bisogno di scalpellini per fare saltare le pietre che ci cadono dentro o di muratori per rifare i muri di sostegno …” (libera traduzione dal francese di Gian Mario Navillod)

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Post del 19.09.2020 ultimo aggiornamento 19.09.2021

  1. Charles Passerin d’Entrèves, La tempëta dessu noutre montagne, Institut historique de la  résistence en Vallée d’Aoste, Aoste 1975, pag. 128 e 129[]
  2. Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 86[]
  3. Maria Vassallo, Châtillon in età moderna, Le Château edizioni, Aosta, 2001, ISBN 88-87214-80-8, pag. 120[]