L’Abbé Trèves e le acque

Ru Mezein di Saint-Marcel - foto di Gian Mario Navillod.
Ru Mezein di Saint-Marcel – foto di Gian Mario Navillod.

Scriveva l’Abbé Trèves nel 1916 “La storia dei nostri ru valdostani è ancora, purtroppo! una campo del tutto vergine e inesplorato … Titoli in mano, fornirebbe ai nostri comuni valdostani i mezzi giuridici per difendere i loro sacri diritti inalienabili su tutto questo magnifico patrimonio di acque pubbliche acquistate un tempo dai nostri padri e da loro pagate con bel denaro sonante, che un governo rapace cerca di sottrarci … E insegnerebbe loro a imporre a tutte queste società nuove e straniere, accaparratrici delle nostre acque, il rispetto del diritto di irrigazione così antico e basilare per le nostre terre e la giustizia elementare di lasciare – anch’esse in denaro sonante – una forte canone annuale di risarcimento verso le popolazioni che esse spogliano. La Divina provvidenza, attraverso tante e così magnifiche cascate sparpagliate dalla cima al fondo della valle, utilizzabili per produrre energia elettrica e trasformabili in petrolio bianco, ha dotato la nostra cara patria valdostana di una immensa ricchezza di cui cominciamo un po’ tardi a scoprire l’esistenza e intuirne l’estensione. Perché ci lasceremmo sottrarre impunemente questo patrimonio così preziose senza che ne rimanga nulla o quasi per il progresso morale ed economico del paese? Quando, difeso con energia, potrebbe servirci così bene per dei lavori di viabilità, di rimboschimento, di arginatura e per il finanziamento di un sacco di opere sociali e per il popolo, quali l’istruzione post-scolare, le scuole d’agricoltura, per l’emigrazione, della buona casalinga, di arti e mestieri così richieste dalle necessità del tempo.(1)Treves Joseph, L’ancien rû d’Emarèse, Aoste, 1916, Ed. Marguerettaz, pag, 14 versione digitale disponibile qui: http://cordela.regione.vda.it/pubblicazioni/Libri/L%27ancien%20ru%20d%27%20Emar%c3%a8se%20%20-%20Abb%c3%a9%20Joseph%20Tr%c3%a8ves%20%20-%201916/index.html?p=18&z=1

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Ascesa e discesa del primo Presidente della Lega Antiacoolica Valdostana.

 

L'Oratorio di Gilliarey, il belvedere che preferisco in tutta la Valtournenche - Foto di Gian Mario Navillod.
L’Oratorio di Gilliarey, uno straodinario belvedere nella Valle del Cervino – Foto di Gian Mario Navillod.

La penna a tratti corrosiva dell’Abbé Trèves sintetizza l’ascesa e la caduta del primo Presidente della Lega Antialcoolica Valdostana tra maggio 1912, il mese della Vergine e settembre 1913, quello della vendemmia.

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Il rascard quattrocentesco della diga di Bionaz

Il rascard quattrocentesco di Novailloz (Bionaz) e il lago formato dalla diga di Place-Moulin - foto di Gian Mario Navillod.
Il rascard quattrocentesco di Novailloz (Bionaz) e il lago formato dalla diga di Place-Moulin – foto di Gian Mario Navillod.

Lungo la strada che porta al Rifugio Prarayer tanta gente si ferma ad osservare una bella casa in legno che domina il lago formato dalla diga di Place-Moulin. Si tratta del rascard di Lo Noaillo, della famiglia Cheillon.

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La Croce del Cervino

L’edizione del 1 ottobre 1902 del settimanale Le Duché d’Aoste dedicò la prima pagina alla posa della Croce del Redentore sul Monte Cervino(1)Le Duché d’Aoste, 1.10.1902, pag. 1 – versione digitale disponibile qui: http://cordela.regione.vda.it/pubblicazioni/GiornaliRiviste/Le%20Duche%20d%27Aoste/1902-10-01_Le_Duch%c3%a9_d%27Aoste/index.html#1/z.
Su impulso del direttore del Gran Seminario di Aosta e del parroco di Valtournenche vennero raccolti 90 franchi a Zermatt e 200 lire a Valtournenche, le guide alpine di Valtournenche si impegnarono per il trasporto e e la posa della croce gratis et amore Dei.
L’opera forgiata ad Aosta Joseph/Giuseppe Bono su disegno del canonico Vescoz fu benedetta dal vescovo e portata agli inizi di giugno 1901 a Valtournenche. Esposta alla venerazioni dei fedeli il 29 giugno, San Pietro,  venne poi smontata in 5 pezzi di una quindicina di chili ciascuno che 12 guide portarono a settembre fino alla capanna Principe Luigi(2)La capanna Principe Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi costruita a 3840 metri di quota lungo la via italiana a Cervino venne ceduta dal Club Alpino Italiano alla Società Guide del Cervino nel 1995, smontata nell’estate 2004, è stata restaurata e rimontata a Cervinia nella piazzetta delle Guide . dove si dovette lasciarla a causa del maltempo.
Ad agosto e settembre 1902 si fecero due ulteriori tentativi sempre interrotti dal maltempo. Il 21(3)Nell’articolo è riportato il 22, presumibilmente un refuso settembre quattro guide Maquignaz iniziarono l’ascesa, nella mattinata successiva scavarono i tre buchi per fissare la croce. La sera, di ritorno al rifugio,  trovarono don Auguste/Augusto Carrel che si proponeva di celebrare la messa in vetta e le tre guide che lo avevano accompagnato. Gli alpinisti  partirono il 23 settembre alla luce della luna, ai piedi della scala Jordan  raccolsero i pezzi della croce lasciati lì la vigilia e alle 9 del mattino raggiunsero la vetta. Costuirono un piccolo muro a secco per adagiarvi croce e su questa deposero la pietra benedetta per celebrare la messa, all’inizio della funzione le nubi che coprivano il fondovalle si aprono e con i cannocchiali fu possibile assistere alla cerimonia da Zermatt e da Valtournenche. All’una del pomeriggio la croco era già saldamente infissa e gli alpinisti poterono iniziare la discesa rientrando a Breuil/Cervinia all’imbrunire.
La croce era alta 2.8 metri e pesava 85 chilogrammi, sui due bracci si leggevano  i nomi delle due parrocchie: Praborne (Zermatt) e Valtournenche. Venne protetta con un parafulmine contro i lampi e con una vernice speciale la psiergamona[Sic!](4)Presumibilmente Psicroganoma vernice smalto inalterabile una preparazione speciale della ditta Ratti e Paramatti di Torino contro l’ossidazione.
La riduzione e traduzione in italiano dell’articolo è stata pubblicata nella Rivista del CAI(5)Rivista del CAI, settembre 1902 vol. XXI, n. 9, pag 316 – versione digitale disponibile qui: https://tecadigitale.cai.it/periodici/PDF/Rivista%20mensile/CAI_Rivista%20mensile%20del%20CAI_021_009_1902.pdf#page=29.

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Guide e Tour del Monte Bianco

Il Monte Bianco visto dal Ru de Champlong - foto di Gian Mario Navillod.
Il Monte Bianco visto dal Ru de Champlong – foto di Gian Mario Navillod.

Scriveva l’Abbé Henry più di cent’anni fa(1)Joseph-Marie Henry, Les premiers guides de Courmayeur, Imprimerie catholique, Aoste, 1908 – versione digitale disponibile qui: http://cordela.regione.vda.it/pubblicazioni/Libri/Les%20premiers%20guides%20de%20Courmayeur/13/index.html#zoom=z libera traduzione del francese di Gian Mario Navillod.:

Il Tour del Monte Bianco è stato per lungo tempo la gita classica delle prime guide a piedi (2)Le guide a piedi sono diventate nel frattempo Guide escursionistiche naturalistiche per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta NdT o con il mulo di Courmayeur (3)Le guide con il mulo si sono evolute in Accompagnatori di turismo equestre nella Regione Autonoma della Valle d’Aosta NdT. Aver fatto il Tour del Monte Bianco era la condizione imprescindibile per diventare guida.

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La Sacra Sindone

Dipinto parietale raffigurante la Sacra Sindone (Aosta, via Jean Baptiste de Tillier 46) - Foto di Gian Mario Navillod.
Dipinto parietale raffigurante la Sacra Sindone (Aosta, via Jean Baptiste de Tillier 46) – Foto di Gian Mario Navillod.

Ricordo un viaggio notturno nel 1978 dalla Valle d’Aosta a Torino per vedere la Sacra Sindone e ricordo anche la ferma opinione della mia cattolicissima zia che errori della datazione con il carbonio 14 erano possibili e dovuti o all’incendio del 1500 o alla resurrezione di Cristo. La fede non si discute. Continua la lettura di La Sacra Sindone

Il secret di Caterina de Chynal

Preghiera per guarire le infiammazioni delle piaghe di Caterina di Chynal condannata per stregoneria nel 1449.

Beneyta fu ly houra que diou fu na et sita si ly pleit ansy en nom dou pare et dou fil et dou sent experit. Amen(1)Felicien Gamba, La sorcière de Saint-Vincent, XLI Bulletin de la Société académique du duché d’Aoste, Imprimerie ITLA, Aoste, 1964, pag. 298-299 – versione digitale disponibile qui. Continua la lettura di Il secret di Caterina de Chynal

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Sindaci e maiali in Valle d’Aosta

L'oratorio di Gilliarey in inverno - Foto di Gian Mario Navillod.
L’oratorio di Gilliarey in inverno – Foto di Gian Mario Navillod.

Denominazione di origine inventata

Il Gran Ciambellano di Gilliarey nell’aggiornare l’indice dei libri consigliati ha scorso sempre più incuriosito l’agile volumetto di Alberto Grandi intitolato Denominazione di origine inventata: Le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani scoprendo, ad esempio, che la Focaccia di Recco col formaggio, IGP dal 2011  e inserita dall’Unione Europea nei prodotti tutelati a partire dal 2015, non si differenzia poi molto da una qualsiasi focaccia al formaggio non lievitata cotta nel forno sottocasa. Però, scorrendo il suo disciplinare di produzione(1)Disciplinare di produzione della indicazione geografica protetta “Focaccia di Recco col formaggio” disponibile in versione digitale qui: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/f%252F0%252F1%252FD.f2c066fe32fce2b79cdb/P/BLOB%3AID%3D3347/E/pdf?mode=download si scopre che farina, olio e formaggio possono arrivare da un qualsiasi punto del globo terraqueo e, perché diventino un alimento IGP, è sufficiente che la lavorazione avvenga all’interno del “territorio del comune di Recco e dei comuni confinanti di Avegno, Sori e Camogli” seguendo le prescrizioni del consorzio. Essendo escluso da disciplinare “ogni trattamento di pre-cottura, surgelazione, congelazione o altra tecnica di conservazione” diventa difficile commercializzare la Focaccia di Recco fuori dal territorio vocato. 

L'Oratorio di Gilliarey, il belvedere che preferisco in tutta la Valtournenche - Foto di Gian Mario Navillod.
L’Oratorio di Gilliarey, in estate – Foto di Gian Mario Navillod.

In Lombardia

Nel 2015 per promuovere la Focaccia di Recco col formaggio il consorzio pensò bene di aprire uno stand all’Artigiano in Fiera di Rho (MI) nel quale veniva prodotta una focaccia al formaggio con gli ingredienti di quella di Recco, la lavorazione di quella di Recco ma che non poteva essere venduta come Focaccia di Recco col formaggio perché  proprio il disciplinare redatto dal consorzio e approvato dall’Unione Europea prevede che possa essere prodotta sono nei comuni di Recco, Avegno, Sori e Camogli. Di conseguenza lo striscione che pubblicizzava “Focaccia di Recco col formaggio” fu  sequestrato dai carabinieri del NAS per tutelare i consumatori.

Oratorio di Gilliarey in agosto - Foto di Gian Mario Navillod.
Oratorio di Gilliarey in agosto – Foto di Gian Mario Navillod.

In Valle d’Aosta

La Valle d’Aosta può fregiarsi di due alimenti DOP: il “Valle d’Aosta Lard d’Arnad”(2)https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/d%252F0%252Fe%252FD.069cb4c9aeaff0680e56/P/BLOB%3AID%3D2010/E/pdf?mode=download prodotto esclusivamente nel comune di Arnad e il “Valle d’Aosta Jambon de Bosses”(3)https://www.regione.vda.it/allegato.aspx?pk=72466 prodotto esclusivamente nel comune di Saint-Rhemy-en-Bosses.

Confrontando i dati raccolti dall’ISTAT con il numero di Comuni nei quali è suddivisa la Valle d’Aosta (74) si constata che nella regione più piccola d’Italia vi sono più sindaci che maiali(4)I dati ISTAT riportano 71 maiali a dicembre 2020, 59 a dicembre 2021, 42 a dicembre 2022 il che è confortante dal punto di vista morale ma apre ad un’interessante riflessione sulla funzione della Denominazione di Origine Protetta.

A Gilliarey

Il Consiglio Nazionale per l’Economia di Gilliarey (CNEG) è stato incaricato dal Gran Ciambellano Pro Tempore di vagliare le proposte per l’istituzione di alcune IGP all’interno dell’unico Regno Repubblicano delle Alpi. In attesa dei relativi disciplinari si pubblicano di seguito, con vincolo di riservatezza, ingredienti e modalità di produzione.

Baci di Gilliarey

Battere il mascarpone con poco zucchero, unire due amaretti con la crema ottenuto indi tuffarli brevemente in una tazza di caffè allungata in acqua di Gilliarey, rotolarli in polvere di cocco  e servire con deferenza, senza essere servili(5)La tecnica appropriata è riportata qui: https://www.youtube.com/watch?v=qQzMlCdGLc0&t=32s.

Île flottante di Gilliarey

Battere un turlo con due cucchiai di zucchero, aggiungere poca vanillina, 100 g di latte, riscaldare e quando la crema inglese è cotta impiattare.  In una scodella battere a neve un albume con un cucchiaio di zucchero, un sospiro di vanillina e uno di acqua di Gilliarey, cuocere nel forno a microoonde alla massima potenza per pochi minuti. Servire sopra la crema inglese e guarnire con caramello.

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