
Circa un secolo fa l’Abbé Trèves chiedeva che l’istruzione fosse affidata ad insegnanti autoctoni in questi termini: Continua la lettura di Chiediamo degli insegnanti locali
Circa un secolo fa l’Abbé Trèves chiedeva che l’istruzione fosse affidata ad insegnanti autoctoni in questi termini: Continua la lettura di Chiediamo degli insegnanti locali
Insegnare è bellissimo, come fare la guida ambientale. Occorre però esserci portati, una maestra che non ama i suoi alunni è come una guida che non riesce a provare empatia, magari riesce a mettere insieme il pranzo con la cena ma non torna a casa dal lavoro serena.
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Nella corrispondenza tra l’Abbé Trèves e Félicien Gamba si trova un passaggio rivelatore sulla qualità dei rapporti intercomunali nella Valle d’Aosta del tempo che fu.
Anche quest’anno nel giorno del solstizio estivo Sua Altezza Eminentissima il Signore di Gilliarey ha riunito gli organi del governo, gli elettori, i sudditi ed i rappresentanti delle potenze vicine per la tradizionale cena di gala nel palazzo presidenziale.
Un caro amico si è sentito apostrofare con “Smettila G***, con quell’aria da parroco di campagna” ed avendo una natura più simile a quella dei bastiàn cuntrari che a quella dagli yes-man s’è messo a coltivare la terra.
Nella valle del Cervino a metà maggio fiorisce il tulipano montano. Un’ottima scusa per salire ai laghi di La Magdeleine a giocare a palle di neve.
Il Regno Repubblicano di Gilliarey è governato democraticamente da Sua Altezza Eminentissima il Signore di Gilliarey la cui stirpe da tempo immemorabile, ben prima degli aruspici dei Rasna chiamati dai greci Tirreni, scrutando le faville del fuoco acceso nel giorno più lungo dell’anno osserva la direzione del vento tenendo ben salda la barra e constata stupita che tale attitudine non è particolarmente diffusa tra i rappresentati delle potenze vicine, usi a cavalcare le onde ed a lasciarsi trascinare dai venti.
Si cammina su sentieri per quasi la metà dell’itinerario. Punti di forza: i borghi di Châtillon e Saint-Vincent, i resti della strada Romana delle Gallie, le sculture in legno lungo la Via Francigena.
La strada romana percorsa da Sigerìco attraversava i borghi di Châtillon e Saint-Vincent congiunti da un lungo rettifilo. La bella alberata ed il filobus elettrico che collegava i due borghi sono scomparsi. Restano un marciapiede spoglio, una strada trafficata e dei fabbricati che portano i segni di una ricerca estetica non sempre riuscita. Aspettando la ripiantumazione del viale e la posa di qualche panchina i pellegrini sono deviati sulla collina per risparmiare loro la vista del degrado architettonico ben visibile agli automobilisti che escono dall’autostrada.
Il tracciato ufficiale della Via Francigena segue il Ru de la Plaine, la variante passa sotto il Grand Hôtel Billia, costruito in due anni, ai piedi del Casinò e a fianco della Parrocchiale dove in affresco cinquecentesco si vedono i soldati romani che giocano a dadi la veste di Cristo.
Lungo la via principale di Saint-Vincent fanno capolino due curiose testine, gli storici le definiscono apotropaiche. A me fanno pensare a grossolani ritratti?
Lungo il cammino si incontrano diverse statue in legno, una delle più suggestive si trova davanti al B&B Maison Chenal e rappresenta un pellegrino a grandezza naturale.
Diciotto guide occorsero a Horace-Bénédict de Saussure per portare i suoi strumenti scientifici sulla vetta del Monte Bianco nell’agosto del 1787.
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Con un po’ di fortuna, facendo quattro passi sotto l’Ostello di Lavesé, si può fotografare una pianta rara in Valle d’Aosta. Continua la lettura di Astragalus alopecurus Pall.