
I grenier del castello di Introd sono nati quando l’America era ancora da scoprire.
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I grenier del castello di Introd sono nati quando l’America era ancora da scoprire.
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Il Ru de Promiod deriva le acque del torrente omonimo e le porta fin sopra il grande villaggio che alla fine del 1700 sfiorava i 500 abitanti. Il ru scorre interrato sotto la pista di servizio coperta da un morbido tappeto erboso, prima in un bosco di conifere e poi in mezzo ai pascoli.
Nell’anno dei “tre otto”, il 1888, la nevicata di fine febbraio fu eccezionale. A differenza di quella del 15-18 gennaio del 1885 che provocò 14 vittime in Valle d’Aosta (caddero in quattro giorni quasi 2 metri di neve ad Aosta e 2 metri e 22 centimetri a Cogne) tre anni dopo il bilancio fu di 33 morti, più del doppio.
Il canonico Bérard scriveva nel 18811: “A duecento metri circa ad est del castello di Sarre, si vede a fianco della strada statale una casa di dubbio gusto anche se di recente costruzione. È stata costruita dove sorgeva l’antico priorato di Sainte Hélène che appartenne prima ai benedettini dell’abbazia di Saint Victor di Ginevra, poi ai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme.
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Il Ru de la Ferrière di Aymavilles derivava le acque del torrente che percorre la valle di Cogne all’altezza della centrale Grand Eyvia e le scarica dopo circa un chilometro nella Dora Baltea in loc. Folliex. Nella gola del torrente Grand Eyvia il ru scorre in parte a cielo aperto e in parte in galleria.
Il Ru d’Arberioz deriva le acque del torrente Grand Eyvia a circa 1020 metri di quota e scorre in gran parte sotto terra. ll salto di quota tra Chevry e Montbel è sfruttato da una centralina idroelettrica. La parte finale del ru è stata abbandonata, un bel sentiero panoramico ne ricorda l’esistenza e passa davanti ad una delle più belle miniere della Valle d’Aosta. Nei punti più suggestivi alcune panchine permettono di osservare comodamente il paesaggio coltivato e i tanti castelli costruiti lungo il corso del fiume.
Scriveva l’Abbé Amé Gorret nel 1873: “Le 20 juillet je partais de Châtillon en compagnie de deux amis pour la pointe Barbeston que l’on voit si bien de Châtillon et de Saint Vincent et dont le nom pourtant est ignoré de tous de la vallée d’Aoste, car on l’appelle à Châtillon Pointe de Douze Heures, à Saint Vincent Pointe de Deux Heures, et a Pontey Pointe des Cimes-Blanches. Ces différences de noms devraient bien disparaître une bonne fois pour ne pas exposer aux inconvéniants si fréquents de pays à pays”.
All’inizio del 1900 le miniere di Cogne e quelle di La Thuile erano abbandonate e sull’area dove sorge oggi l’acciaieria si vedeva solo una grande tappeto verde1.
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