Circa un secolo fa l’Abbé Trèves chiedeva che l’istruzione fosse affidata ad insegnanti autoctoni in questi termini: Continua la lettura di Chiediamo degli insegnanti locali
Archivi categoria: Curiosità della Valle d’Aosta
La grande piaga delle scuole valdostane
Insegnare è bellissimo, come fare la guida ambientale. Occorre però esserci portati, una maestra che non ama i suoi alunni è come una guida che non riesce a provare empatia, magari riesce a mettere insieme il pranzo con la cena ma non torna a casa dal lavoro serena.
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Les sabins et les chevriers
Nella corrispondenza tra l’Abbé Trèves e Félicien Gamba si trova un passaggio rivelatore sulla qualità dei rapporti intercomunali nella Valle d’Aosta del tempo che fu.
Parroco di campagna
Un caro amico si è sentito apostrofare con “Smettila G***, con quell’aria da parroco di campagna” ed avendo una natura più simile a quella dei bastiàn cuntrari che a quella dagli yes-man s’è messo a coltivare la terra.
18 guide per uno scienziato sul Monte Bianco
Diciotto guide occorsero a Horace-Bénédict de Saussure per portare i suoi strumenti scientifici sulla vetta del Monte Bianco nell’agosto del 1787.
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Astragalus alopecurus Pall.
Astragalus alopecurus Pall.
Con un po’ di fortuna, facendo quattro passi sotto l’Ostello di Lavesé, si può fotografare una pianta rara in Valle d’Aosta. Continua la lettura di Astragalus alopecurus Pall.
Gli sclopeti di Castellione
Le prima menzione di attività siderurgica a Châtillon deriva da un conto della castellania di Lanzo del 1346 conservato all’archivio di Stato di Torino. In quell’anno il magister Hugoninus de Castellione fabbricò alcuni sclopeti (degli schioppi, piccoli cannoni del peso di 60 libbre, circa 20 kg) per la marchesa del Monferrato e il castello di Lanzo1.
- Maria Vassallo, Châtillon in età moderna, Le Château edizioni, Aosta, 2001, ISBN 88-87214-80-8, pag. 127[↩]
Il Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent costruito in 2 anni
Il 22 aprile 1906 venne redatto l’atto costitutivo della società per la costruzione del Grand Hôtel Billia con una capitale sociale di 650’000 lire ripartiti in 62 azioni. I 21 azionisti della costituenda società festeggiarono l’evento con banchetto all’Hôtel de Rome alla presenza dell’intero consiglio comunale di Saint-Vincent1.
Il giornale Le Mont-Blanc scrisse che il conte Ettore Passerin d’Entrèves, a nome di Châtillon, si rallegrò per la crescente prosperità di Saint-Vincent. Nessuno dubitò che tali nobili sentimenti non fossero condivisi da tutti i concittadini da lui rappresentati.
Il Grand Hôtel venne inaugurato il 5 giugno 19082.
- Le Mont-Blanc del 4/05/1906, pag. 3 versioni digitale disponibile qui: http://cordela.regione.vda.it/pubblicazioni/GiornaliRiviste/Le%20Mont%20Blanc/1906-05-04_Le_Mont_Blanc/index.html#3/z[↩]
- Marco Cuaz, Paolo Momigliano Levi, Elio Riccarand, Cronologia della Valle d’Aosta 1848-2000, ed. Stylos, Aosta 2003[↩]
La filovia elettrica di Châtillon
Il Signor Bordon rag. Maurizio, presidente della Società Cervino Autotrasporti filovia, così scriveva al giornale Le Mont Blanc di Aosta1: “Vorrete pubblicare nel vostro giornale Mont-Blanc della settimana prossima la seguente risposta a chi scrive sul vostro giornale di questa settimana da St. Vincent riguardo al “tram elettrico”.
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- Le Mont Blanc, Aosta, 29/07/1921, pag. 1 – copia digitale disponibile qui http://cordela.regione.vda.it/pubblicazioni/GiornaliRiviste/Le%20Mont%20Blanc/1921-07-29_Le_Mont_Blanc/index.html#1/z[↩]
Le macine della Valmeriana
“C’è solo da augurarsi che il grande Santuario possa un giorno ripopolarsi di visitatori, seguendo i tracciati da realizzare e percorsi organizzati per turisti, al fine di permettere visite di comitive … nella nuova luce di un passato che non poteva più continuare a rimanere nascosto sotto la vegetazione in un silenzio … di tomba“1
Le macine della Valmeriana sono ricavate dalla pietra ollare, una pietra che prende il nome dal latino “olla“, pentola, perché è stata utilizzata sin dalla preistoria per realizzare oggetti che resistessero al calore come pentole, stufe2 e stampi per le fusioni. Grazie alla sua bassa durezza e alla facile lavorabilità in antichità sono stati costruiti persino dei bracciali in pietra ollare3. Continua la lettura di Le macine della Valmeriana
- Mario Catalano, Santuario astronomico delle ruote cosmiche in Val Mariana, Diffusioni Grafiche SpA, Villanova Monferrato, 2002, pag. 10[↩]
- Nel 1838 il comune di Champorcher affidò all’artista Perruchon la costruzione di una stufa in pietra ollare per scaldare la scuola e la sala del consiglio – in Fausta Baudin, Champorcher la storia di una comunità dai suoi documenti, Arti Grafiche Duc, Aosta, 1999, pag. 204[↩]
- Paolo Castello, Stefano de Leo, Pietra ollare della Valle d’Aosta: caratterizzazione petrografica e inventario degli affioramenti, cave e laboratori in Bulletin d’Études Préhistoriques et Archéologiques Alpines, 2007,18, Aoste, versione digitatale disponibile qui. – Pag. 53[↩]