Il lago ed il ghiacciaio di Goletta nel 1985. Foto cortesia di Marco Brancolini – Ogni diritto riservato.
Nelle valli alpine gli effetti del riscaldamento globale sono tangibili: nella Valle del Cervino la pista di fondo della mia giovinezza non esiste più perché a 1000 metri di quota la neve è un’apparizione sempre più rara.
Alexis Bétemps – Foto cortesia di Claudine Remacle – Ogni diritto riservato.
Su Wikipedia si legge che il Bleu d’Aoste è un “formaggio erborinato a pasta cruda di latte vaccino intero pastorizzato, ideato dal Dottor Battista Locatelli e prodotto per la prima volta l’8 marzo 2005 alla Centrale laitière de la Vallée d’Aoste“. Continua la lettura di Il Bleu d’Aoste ante litteram→
Tra il 23 e il 24 dicembre 2023 il föhn, il vento secco e caldo delle Alpi che si mangia la neve è stato particolarmente intenso nella Valle del Cervino.
Punta del traliccio TERNA T517 dopo la tempesta di vento del 23-24 dicembre 2023 – foto di Gian Mario Navillod.
La diga di By vista dal Ru de By e casa Farinet – Foto di Gian Mario Navillod.
In una bella giornata di sole dello scorso millennio due coppie di turisti stavano facendo picnic sopra la diga di By. Dopo aver steso la tovaglia e versato il vino si saziarono piacevolmente con pane e companatico. Al momento del caffè, fatto con la caffettiera Moka di Alfonso Bialetti, si avvicinò il cane Beethoven che aveva un po’ di sangue sulle labbra.
Circa un secolo fa l’Abbé Trèves chiedeva il mantenimento delle piccole scuole di villaggio per accogliere i giovani dai 4 ai 17 anni portando ad esempio la scuola di Chessan/Cheissan di Emarèse1.
Dal villaggio di Chessan/Cheissan si raggiunge il capoluogo di Emarèse percorrendo a piedi 1 km con 200 m di dislivello; la chiesa parrocchiale dista a piedi da Chessan/Cheissan circa 1,5 km.[↩]
Villaggio e cappella di Charbonnière – foto di Gian Mario Navillod.
“Questa o quella per me pari sono” canta il Duca di Mantova nel Rigoletto e aggiunge “a quant’altre d’intorno mi vedo; del mio core l’impero non cedo meglio ad una che ad altra beltà.”
Il prof. Alessandro Barbero nel poderoso volume che ha dedicato alla battaglia di Caporetto contrappone alcune curiose abitudini dei generali italiani del tempo, sicuri che le guerre si vincessero grazie a circolari sufficientemente roboanti, al pragmatismo dell’esercito tedesco che travolse le linee italiane.