Archivi categoria: Curiosità della Valle d’Aosta

Segnavia bianco rosso in Valle d’Aosta

Questo segni in Valle d’Aosta sono delimitazioni di particelle catastali. Non sono dei segnavia – Foto di Gian Mario Navillod.
Questo segni in Valle d’Aosta sono delimitazioni di particelle catastali. Non sono dei segnavia – Foto di Gian Mario Navillod.
Due linee parallele di colore rosso e bianco in Valle d’Aosta delimitano le particelle forestali pubbliche (linea rossa) da quelle private (linea bianca).

Non vanno mappate come segnavia anche se lo stesso segno bianco rosso nel resto del territorio nazionale è utilizzato per indicare un percorso escursionistico.

Diversi escursionisti vengono tratti in inganno da questi segni: spesso si trovano inizialmente su mulattiere o sentieri ben tracciati e poi piegano all’interno di boschi dirigendosi verso pareti scoscese o tratti esposti e pericolosi. Continua la lettura di Segnavia bianco rosso in Valle d’Aosta

Tempi e dislivelli in discesa

Discesa sulla strada reale di caccia che porta al Rifugio Vittorio Emanuele II – Foto di Gian Mario Navillod.
Discesa sulla strada reale di caccia che porta al Rifugio Vittorio Emanuele II – Foto di Gian Mario Navillod.

I dislivelli evidenziati in verde che trovate nelle schede delle escursioni sono dislivelli totali ossia la somma di tutte le discese che dovrete percorrere, sia all’andata che al ritorno. (Esempio: 500 m).

A fianco del dislivello, sempre evidenziato in verde, trovate il tempo stimato di percorrenza per il ritorno che è calcolato sul passo di un camminatore medio, abituato a percorrere i sentieri della Valle d’Aosta, che è di circa 500 metri all’ora di dislivello in discesa. (Esempio: 1h00). Continua la lettura di Tempi e dislivelli in discesa

Un buon cristiano

Poteva egli avere cinquanta primavere ed era dunque già molto vecchio … disse sorridendo che un buon cristiano può imparare talora anche dagli infedeli1

Umberto Eco descrive così Guglielmo da Baskerville, uno dei protagonisti del suo romanzo più famoso, Il nome della Rosa, edito nel 1980.

Ed è una descrizione che potrebbe adattarsi ad un valdostano illustre, Bonifacio I di Challant, che nei primi anni del 1400 fece affrescare nel cortile del castello di Fenis, proprio sopra lo scalone d’onore, un personaggio in costume arabo che porta un cartiglio dove si legge:

Homme qui n’a gouvernement
Pert tout le sien vilainement
Et quand le bien en lysuivent
Nullement en bien ne le prent.

Uomo che non ha governo
perde tutto il suo villanamente
e quando il bene lo segue
per nulla in bene lo prende.

Bonifacio I di Challant fu Maresciallo di Savoia, una carica che coprendeva le competenze dei ministri della difesa e degli esteri contemporanei.

Agli inizi del 1400 si recò in pellegrinaggio in Terra Santa dove mi piace pensare che abbia potuto dire sorridendo “un buon cristiano può imparare talora anche dagli infedeli

  1. Umberto Eco, Il nome della Rosa, Fabbri editori, 1994, pag. 23, 24[]

La città di Aosta secondo Dumas.

Teatro romano di Aosta al tramonto – Foto di Gian Mario Navillod.
Teatro romano di Aosta al tramonto – Foto di Gian Mario Navillod.

“Con l’eccezione dell’abominevole idioma che vi si parla e che è, credo, del savoiardo corrotto, il carattere della Città di Aosta e del tutto italiano; in ogni luogo, all’interno delle case, le pitture a fresco rimpiazzano le tappezzerie o le boiseries, e gli albergatori non mancano mai di servirvi a pranzo una specie di pasta e un tipo di crema che nobilitano pomposamente con il titolo di maccheroni e di zabaglione. Aggiungete a ciò del vino d’Asti, delle cotolette alla milanese, ed avrete il menù d’un pranzo valdostano”

Alexandre Dumas, Impressions de voyage en Suisse du Mont Blanc à Berne, (1833-1834), édité par les Bourlapapey, bibliothèque numérique romande www.ebooks-bnr.com, pag. 208, traduzione italiana di Gian Mario Navillod.

Versione digitale disponibile a questo indirizzo: http://www.ebooks-bnr.com/dumas-alexandre-impressions-de-voyage-en-suisse-tome-1/