![L’ospizio del Gran San Bernardo visto dall’Italia – Foto di Gian Mario Navillod.](https://gian.mario.navillod.it/wp-content/uploads/2014/04/svizzera7396-300x225.jpg)
Il Gran San Bernardo luogo di tormento. Così è descritto in un testo pubblicato nel 1878 da William Stubbs, vescovo e storico inglese. Continua la lettura di Il Gran San Bernardo luogo di tormento
Il Gran San Bernardo luogo di tormento. Così è descritto in un testo pubblicato nel 1878 da William Stubbs, vescovo e storico inglese. Continua la lettura di Il Gran San Bernardo luogo di tormento
“La valanga cade dove non è ancora caduta, dove è già caduta e dove non avrebbe mai potuto cadere”.
Questa frase che ho trovato in un libro di Marco Fazion espone chiaramente quanto sia difficile, forse impossibile, valutare in maniera precisa il pericolo di caduta valanghe in montagna.
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La cappella di San Pantaleone (Saint-Pantaléon) è stata costruita nel 1845/46 e benedetta dal vescovo Jourdain nel 1847 su di un sito dedicato a San Pantaleone da tempo immemorabile. Continua la lettura di La cappella di San Pantaleone (Saint-Pantaléon)
Non vanno mappate come segnavia anche se lo stesso segno bianco rosso nel resto del territorio nazionale è utilizzato per indicare un percorso escursionistico.
Diversi escursionisti vengono tratti in inganno da questi segni: spesso si trovano inizialmente su mulattiere o sentieri ben tracciati e poi piegano all’interno di boschi dirigendosi verso pareti scoscese o tratti esposti e pericolosi. Continua la lettura di Segnavia bianco rosso in Valle d’Aosta
I dislivelli evidenziati in rosso che trovate nelle schede delle escursioni sono dislivelli totali ossia la somma di tutte le salite che dovrete percorrere, sia all’andata che al ritorno. (Esempio: 350 m). Continua la lettura di Dislivelli e tempi in salita
I dislivelli evidenziati in verde che trovate nelle schede delle escursioni sono dislivelli totali ossia la somma di tutte le discese che dovrete percorrere, sia all’andata che al ritorno. (Esempio: 500 m).
A fianco del dislivello, sempre evidenziato in verde, trovate il tempo stimato di percorrenza per il ritorno che è calcolato sul passo di un camminatore medio, abituato a percorrere i sentieri della Valle d’Aosta, che è di circa 500 metri all’ora di dislivello in discesa. (Esempio: 1h00). Continua la lettura di Tempi e dislivelli in discesa
Qualche anno fa ho ospitato alcuni amici danesi che mi hanno chiesto con un po’ di apprensione se non fossi preoccupato ad abitare una casetta costruita ai piedi delle ripide pareti rocciose della valle del Cervino. Continua la lettura di Pericolo caduta massi
I sentieri della Valle d’Aosta a differenza di quelli della pianura padana passano a volte su pareti rocciose altissime o strapiombi vertiginosi che lascerebbero ben poca speranza a chi imprudentemente ci scivolasse dentro. Continua la lettura di Pericolo di caduta
“Poteva egli avere cinquanta primavere ed era dunque già molto vecchio … disse sorridendo che un buon cristiano può imparare talora anche dagli infedeli1”
Umberto Eco descrive così Guglielmo da Baskerville, uno dei protagonisti del suo romanzo più famoso, Il nome della Rosa, edito nel 1980.
Ed è una descrizione che potrebbe adattarsi ad un valdostano illustre, Bonifacio I di Challant, che nei primi anni del 1400 fece affrescare nel cortile del castello di Fenis, proprio sopra lo scalone d’onore, un personaggio in costume arabo che porta un cartiglio dove si legge:
Homme qui n’a gouvernement
Pert tout le sien vilainement
Et quand le bien en lysuivent
Nullement en bien ne le prent.
Uomo che non ha governo
perde tutto il suo villanamente
e quando il bene lo segue
per nulla in bene lo prende.
Bonifacio I di Challant fu Maresciallo di Savoia, una carica che coprendeva le competenze dei ministri della difesa e degli esteri contemporanei.
Agli inizi del 1400 si recò in pellegrinaggio in Terra Santa dove mi piace pensare che abbia potuto dire sorridendo “un buon cristiano può imparare talora anche dagli infedeli“
“Con l’eccezione dell’abominevole idioma che vi si parla e che è, credo, del savoiardo corrotto, il carattere della Città di Aosta e del tutto italiano; in ogni luogo, all’interno delle case, le pitture a fresco rimpiazzano le tappezzerie o le boiseries, e gli albergatori non mancano mai di servirvi a pranzo una specie di pasta e un tipo di crema che nobilitano pomposamente con il titolo di maccheroni e di zabaglione. Aggiungete a ciò del vino d’Asti, delle cotolette alla milanese, ed avrete il menù d’un pranzo valdostano”
Alexandre Dumas, Impressions de voyage en Suisse du Mont Blanc à Berne, (1833-1834), édité par les Bourlapapey, bibliothèque numérique romande www.ebooks-bnr.com, pag. 208, traduzione italiana di Gian Mario Navillod.
Versione digitale disponibile a questo indirizzo: http://www.ebooks-bnr.com/dumas-alexandre-impressions-de-voyage-en-suisse-tome-1/